Una gita nell’Olimpo della Magna Grecia: il Pollino

Tutt3 abbiamo dei “luoghi dell’anima” e il Pollino, per molt3 di APE AppuloLucana, rappresenta esattamente quello spazio intimo, in cui ritrovarsi collettivamente.

A pochi chilometri dal luogo dove il nostro alveare è nato, sentivamo forte il desiderio di organizzare una gita in quel Parco che tanto amiamo. Ed è così che, domenica 30 giugno, abbiamo allacciato gli scarponi e siamo partit3, direzione Monte Pollinello e Monte Pollino, la gita per antonomasia del Parco Nazionale del Pollino.

Ad attenderci 15 km di camminata di difficoltà media, 2 api su 3 di difficoltà (pareri discordanti, ma 3 api sarebbe state offensive ripensando al campeggio APE organizzato dall’alveare di Bergamo!).

Ma prima del racconto della gita è doveroso riavvolgere il nastro di qualche ora e tornare alla sera del sabato, alla serata AppuloLucana organizzata presso l’azienda “Apicoltura Serra del Prete”.

Dietro questa bellissima realtà ci sono il cuore, la passione e la testa di due montanari, Pietro Civale e il piccolo figlio Ivan, persone belle e autentiche che sanno vivere di e per la montagna.

A queste latitudini l’accoglienza si misura in quantità di cibo, vino e reportori musicali e – per non offendere nessun3, rispettiamo fedelmente il protocollo.

L’indomani la sveglia delle 8.00 ci ricorda che alcune volte è meglio disattendere il protocollo!

Tutti diretti al luogo di ritrovo e partenza Colle dell’Impiso (colle dell’impiccato) tra i tanti luoghi nell’Appennino meridionale in cui i bersaglieri piemontesi, inviati dopo l’Unità d’Italia, impiccavano come monito i briganti per reprirmene il fenomeno.

Da qui parte la nostra gita, che ci porta a passeggiare all’ombra di una meravigliosa faggeta che, dopo 1,5 km, si apre nel Vallone Vaquarro, da dove è possibile iniziare a vedere il Pollino.

Si prosegue salendo dolcemente verso Piano Gaudolino con sosta alla fredda sorgente di Spezzavummola, dove riempiamo borracce e condividiamo frutta secca e cioccolata. Peccato non aver portato del caffè! Dopo la serata conviviale, la necessità di caffeina è impellente!

Dalla piana, il Massiccio del Pollino svetta in tutta la sua potenza e, alle sue pendici, il gruppo si ferma per salutare il piccolo apeino Alessio che, a 1 anno e pochi mesi, ha condiviso in compagnia dei suoi genitori, un pezzo di strada con noi.

Le 2 api del livello medio sono tutte da qui in poi: proseguiamo lungo un percorso panoramico che si snoda tra i pini loricati – i Guardiani del Parco – con scorci mozzafiato su costoni a picco. Si raggiunge il Pollinello (1820 m) e da qui tutto il gruppo compatto decide di continuare la sua scalata per i verdi campi che si inerpicano lungo il crinale che si apre sulla vetta del Pollino (2248 m).  Ad accompagnare gli ultimi passi prima dell’arrivo in cima, i racconti di Pietro e Ivan sulle erbe che incontriamo (abbiamo scoperto che sul Pollino come in Grecia e in Albania cresce la stregonia, a ricordarci di un tempo in cui le terre ora divise dall’Adriatico erano un tutt’uno), sulle cime che vediamo all’orizzonte e sul perché quel posto si chiami Pollino. Il piccolo Ivan ci racconta che il nome del parco omaggia il Dio Apollo e che la bellezza di questo luogo era talmente conosciuta e apprezzata, sin dall’antichità, da definirlo “l’Olimpo della Magna Grecia”.

Alle 14, in perfetto ritardo rispetto alla tabella di marcia, arriviamo in vetta e tra panini, focacce e foto di rito sugelliamo un altro pezzo di storia APE.

La discesa rivela il grande problema delle camminate estive al Sud: le temperature! Il sole è a picco su di noi, il vento ha smesso di soffiare e i 30° e più si fanno sentire. E via chili e chili di creme solari da spalmare su ogni superficie scoperta. Ci porteremo a casa, braccia e colli arrossati, ma l’arrivo, tutt3 insieme, ripaga della fatica e dei doloretti alle ginocchia che iniziano a spuntare qua e là. La cosa più bella una volta terminata la gita? Avere la consapevolezza che solo grazie al gruppo – anche chi pensava di non potercela fare – è riuscit3 a superare le proprie paure. Ancora una volta, APE si dimostra una casa senza confini.

ape appulolucana

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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