È doverosa una premessa: oltre a essere una novizia dell’APE, sono anche una neofita della montagna. Solo recentemente ho scoperto quanto mi piaccia camminare ad alta quota, ma questo è tutto ciò che so: MI PIACE. Per il resto è un vuoto cosmico che devo riempire.
Da qui inizia il racconto, o meglio, inizia il giorno prima della partenza. Avevo fatto qualche domanda alla riunione del lunedì (ogni quarto lunedì del mese a Piano Terra NdR), mi ero letta la scheda dell’uscita, ma la vera questione della sera prima era: “Cosa cazzo si porta nello zaino per due giorni in montagna?” Zaino? Ma io ne ho solo da 50 litri, troppo grande… con quello si sta via un mese di vacanza… e da qui inizia un turbinio di scelte più o meno discutibili su equipaggiamento e vestiti da portare; per inciso, ringrazio molto quella sezione del sito dedicata allo “zaino apeino” che mi ha supportato in queste difficilissime scelte. E così alle 6.30 della mattina del 30 settembre salgo sulla mia biciclettina con degli scarponi che si riveleranno di un numero troppo grande e uno zaino a fiori davvero discutibile per i puristi della montagna. Arrivo a Piano Terra, l’impatto è subito positivo: qualche faccia conosciuta che con calorosi saluti mi fa sentire subito a mio agio, le facce nuove, nonostante l’ora e l’aspetto ancora assonnato, non risparmiano chi un saluto, chi un sorriso e chi la voglia di presentarsi. Insomma, mi scende un po’ di quell’ansia da prestazione di quando si fa qualcosa di nuovo con persone sconosciute.
ape milano, val gerola
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