Lettera aperta: A chi ama la montagna, a chi si prende cura.
Si va in montagna per essere liberi, per scuotersi dalle spalle tutte le catene che la convivenza sociale impone, per non inciampare ogni due passi in imposizioni e proibizioni.
Tita Piaz
Si va in montagna anche per sottrarsi a norme ammuffite,
per sbizzarrirsi una buona volta e immagazzinare nuove energie
Lettera aperta sull’anno alle nostre spalle e su quello che verrà
Un anno è passato dall’ingresso della pandemia nelle nostre vite. Un virus inatteso e la gestione inadeguata delle sue conseguenze hanno investito le nostre esistenze esacerbando le disuguaglianze sociali e di genere che segnano una comunità sempre più provata da incertezza, crisi economica e distanziamento sociale.
Abbiamo visto tutto, ascoltato molto, approvato poco delle politiche pubbliche messe in campo. Proviamo oggi, nel nostro piccolo, a prendere parola.
Qualche premessa
L’A.P.E. è un’associazione che promuove l’escursionismo popolare, nel rispetto della terra e di chi muove i propri passi sui suoi declivi. Nonostante l’attività all’aria aperta generi un distanziamento naturale prima che sanitario, come chiunque abbiamo conosciuto un continuo e a tratti indecifrabile “stop and go” delle attività pubbliche.