Camminare insieme sui monti, verso il Rifugio Malga Lunga

Succede un 23 ottobre, una mattina di pioggerella fina, ma si parte lo stesso, dal Santuario della Madonna della Torre di Sovere verso il Museo Rifugio Malga Lunga. Camminiamo lungo la via di collegamento della 53° Brigata Garibaldi “13 Martiri di Lovere”, per il sentiero basso, quello più facile.


Questa camminata sui monti è stata voluta dal Progetto Curandere di Qui e Ora Residenza Teatrale, un gruppo di spettatori e spettatrici che con passione si prendono cura degli spettacoli della rassegna Lo Spettacolo Infinito di Qui e Ora, organizzando momenti di incontro e azioni. Questo 23 ottobre l’idea è stata camminare insieme per scambiare pensieri, conoscersi, stare in natura, nella convinzione che fare cultura è andare a teatro, ma anche costruire comunità, conoscere il territorio e le persone che lo abitano o attraversano. Per camminare abbiamo stretto un’alleanza e incontrato A.P.E. Milano Associazione Proletari Escursionisti, perché cultura è anche scambiare con chi fa cose diverse, accomunate da uno stesso senso etico e poetico, è fare rete, è scambiare pensieri e anche sudore.

Così saliamo, sotto la pioggerella, con le foglie bagnate a terra, una lunga fila di più di 30 persone. Decidiamo di lasciare il sentiero facile per quello più impegnativo ma meno lungo. Solo qualche piccola sosta, un pezzetto di cioccolato, due mandorle, una salamandra nera e gialla che ci guarda, i racconti fatti da Abo sulla 53° Brigata Garibaldi. E ancora su. Un cavo d’acciaio per reggersi in salita, umido, freddo e caldo, gli occhiali si appannano e arriviamo al rifugio. Si apre la vista, sotto di noi il Lago d’Iseo. Il cielo è ancora nuvoloso. Altri racconti sulla storia partigiana del rifugio.

Fra le nuvole e la nebbia prendono corpo le storie di Tormenta, Falce, Martello, Montagna, il Tenente Giorgio, nomi di battaglia, che suonano grandi, e pensare che a portarli erano ragazzi di poco più di 20 anni. Il rifugio alle nostre spalle è stata la loro base, lì hanno combattuto, scherzato, mangiato e accettato di perdere la vita. A qualcuno è stata data la possibilità di salvarsi, poiché figlio di una medaglia d’oro nella Guerra d’Africa, ma il Tenente Giorgio, a poco più di 20, dice o tutti o nessuno e muore con i compagni. Qualcuno di noi si commuove. Qualcuno pensa a noi, oggi, a come e che cosa fare per resistere…

Mangiamo insieme, il rifugio ci offre polenta e formaggio, polenta funghi e carne, casonsei bergamaschi, spuntano anche le schiscette, si levano gli scarponi, si fuma la sigaretta, che in montagna il polmone gode di più dice uno degli apeini. Guardo questo gruppo di uomini e donne, qualcuno “vecchio” delle gite con APE, qualcuno alla sua prima camminata, qualcuno del progetto teatrale, scambiare racconti e cibo, scoprire conoscenze in comune, dirsi che la prossima volta veniamo a vedervi in scena, che noi torneremo a camminare in un’altra gita con voi. Poi si fa il tempo di visitare il Museo Rifugio e Roberto dell’A.N.P.I. ci regala nuovi racconti. Le foto dei partigiani della Malga Lunga sono toccanti, c’è la neve, ci sono loro che si fanno da mangiare, ci sono gli uomini e le donne della valle che li hanno aiutati.

C’è una frase sul muro sotto alle foto: “Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro” (Arrigo Boldrini nome di battaglia Bülow, Medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza). Il pensiero dell’oggi continua a invadermi. Comincia la discesa a valle, di nuovo prendiamo la via del sentiero facile, che poi abbandoneremo perché abbiamo fatto tardi, perché forse a un bivio ci siamo sbagliati, per ripassare ancora dalla via con il cavo d’acciaio, oggi niente è facile, ma tutto tremendamente bello. Non so fare racconto del sentiero, di mestiere faccio la teatrante e sono gran camminatrice, ma di pianura.

Questa giornata sui monti per me è sensazioni e immagini. È la lunga fila in silenzio che cammina, quel silenzio così unico, accompagnato dal fruscio delle foglie, dal respiro delle persone, è il cane Nice Berenice che corre avanti e indietro, lei il cammino l’ha fatto almeno 3 o 4 volte più lungo di noi, per controllare dove è la sua umana, per controllare che nessuno si allontani, che se vai a fare la pipì Nice Berenice ti segue e si preoccupa che tu non rimanga indietro, sono le ginocchia della mia amica di una vita, sento urlare le giunture, sono le amanite falloidi che occhieggiano tra le foglie, sono le radici esposte lungo il monte, è il discorso segreto delle piante e dei funghi, è un curandero che mi dice “Ma ci andiamo un’altra volta con APE a camminare?”, è un elastico rosa per capelli che mi ha regalato un compagno di cammino, è Abo che ci spinge a continuare e non fare soste, è il pensiero che corre di continuo a un libro letto durante la pandemia, “Il sussurro del mondo”, dice: “Tutto nella foresta è la foresta. La competizione non può essere separata dalle infinite fragranze della cooperazione.” Le infinite fragranze della cooperazione…Ripenso a noi oggi, alle domande che ho in testa dalla mattina e da prima: penso che camminare, fare teatro, leggere, scambiare pensieri ha fragranza di cooperazione, sa bosco e di foglie, suona di resistenza culturale, sarà per quello che ho camminato cantandomi dentro “Oltre il Ponte“.


Al prossimo sentiero.
Silvia Baldini Qui e Ora Residenza Teatrale

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