Nella valle degli asini in valle dei Ratti

Arrivato a Milano da solo due settimane avevo già voglia di scappare dalla città e scoprire le montagne lombarde, così vagando sul sito di APE Milano sotto consiglio di un amico, mi sono imbattuto in un’escursione di due giorni in Valle dei Ratti, destinazione finale Pizzo Ligoncio (3033 m).

Primo giorno 1100 m di dislivello fino alla Capanna Volta e secondo giorno altri 800 m di dislivello fino al Pizzo Ligoncio e poi discesa di 2000 m circa. Sono una persona ottimista e nonostante non fossi mai arrivato a fare un tale dislivello in una volta, mi autoconvinco che la difficoltà è alla mia portata (3 api, il massimo per le escursioni di APE) e mi iscrivo.

Sabato mattina mi presento al Piano Terra e partiamo in un piccolo gruppo di 7 persone. Arriviamo a Verceia dopo un’ora e mezza di macchina e partiamo dal sentiero del tracciolino per questa lunga camminata. Il primo tratto fino a Frasnedo passa velocemente, sentiero facile con un leggero dislivello in mezzo al bosco. Il paese di Frasnedo è deserto ma molto carino, case in pietra e vista sulla verdissima valle dei Ratti, annoto mentalmente di tornarci per andare al rifugio che sembra molto accogliente, magari con la neve in inverno. Superiamo il paese e continuiamo a salire a buon passo. Come ci addentriamo nella valle, alle nostre spalle ci lasciamo la visuale sul lago di Mezzola e davanti a noi si inizia ad intravedere la destinazione di questa escursione e le sue cime adiacenti, disposte ad arco e che chiudono la valle. Saliamo per più di 4 ore incontrando asini, allevatori del posto e canaloni ripidissimi.

Arriviamo finalmente al rifugio e scopriamo che non siamo le uniche persone presenti, finiamo per condividere la serata e il bivacco con due altri gruppi di giovani fino ad essere quasi troppə, per fortuna il rifugio è grande, ci sono circa 20 posti letto, e dopo la mia prima polenta in quota andiamo a letto presto in vista della sveglia alle 6 per l’ascesa del giorno dopo. L’alba del giorno seguente rivela un cielo terso e sereno, dalla panchina del rifugio il panorama è meraviglioso e cerco di assorbire tutta la pace che mi trasmette. Dopo una colazione veloce ci mettiamo in cammino con un freddo che punge soprattutto le mani. Dentro di me non sono convintissimo di potercela fare, le mie gambe sono ancora molto indolenzite dal giorno prima e la nottata non è stata abbastanza per riprendermi, ma grazie al supporto di Giulia e Giovanni, le due api che hanno curato l’escursione, passo dopo passo saliamo attraversando rocce e placche molto invitanti per qualunque boulderista. Mano a mano che saliamo si apre la vista su tutta la valle, fino a quando, solo un centinaio di metri di quota dalla cima, io e un’altra componente del gruppo capiamo che le gambe non ce la fanno più e decidiamo di essere soddisfatti della vista e del percorso fatto, tuttə gli/le altrə vanno avanti fino alla croce finale che segna 3033 m.

Mentre aspettiamo per circa un’oretta il resto del gruppo ci accomodiamo su dei sassi e proviamo a dare un nome a quello che vediamo, mi dico che sono contento di essermi fermato prima e di aver guadagnato del tempo per contemplare un paesaggio così spettacolare che difficilmente dimenticherò. Tra le cime rocciose spicca il Monte Rosa, uno dei pochi innevati a settembre, il cielo è azzurro, l’aria è fresca e il sole riscalda ancora, mi godo la sensazione unica di guardare la terra dall’alto. Quando gli/le altrə api ci raggiungono, iniziamo la lunga discesa su un ghiaione infinito, non riusciamo a trovare un vero e proprio sentiero ma la direzione è semplicemente tutto dritta, impossibile perdersi. Dopo un paio di ore arriviamo al rifugio e pranziamo, ci riposiamo un po’ prima di rimetterci in cammino alla volta di Verceia.

Durante la discesa il sole accende i colori verdi della valle e infine assistiamo al rossore del tramonto sul lago di Mezzola, è la conclusione perfetta di questa escursione nella piccola valle dei Ratti, un posto poco antropizzato e preservato molto bene, forse perché gli abitanti indiscussi sono degli asini selvatici.

Leonardo per APE Milano

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