Al Monte Alben!
Sono le 6.30 quando le prime Apine iniziano ad incontrarsi a Piano Terra. Alex fa l’appello, tempo di nuovi tesseramenti… APE Milano si allarga sempre di più!!
Sbrigate le ultime formalità, siamo pronti in direzione Monte Alben! Il ritrovo è al Passo della Crocetta (Zambla Alta) e dopo una breve sosta al bar, una volta riuniti con le restanti Api, ci assale un dubbio – “Ma qual è la difficoltà del percorso? 2 o 3 Api???” – E la risposta viene prontamente dall’esperienza da un apeino senior: “Ovviamente, sono 2 Api e mezzo”.
Il gruppo non si lascia intimorire ed eccoci (pronti) ad imboccare il sentiero 501. Passo dopo passo, attraversiamo un bosco che ha tutti i connotati dei boschi delle favole: alti alberi di vario genere, alcuni secolari e enormi, radure immerse in una nebbiolina argentata, un profumo di pigne cadute e di resina fresca. Non ci avrebbe stupito su una fata o uno gnomo fosse uscita da dietro una roccia. WOW!
Usciti dal bosco iniziamo a scorgere un paesaggio “maculato” pieno di rocce ricoperte di vegetazione. Iniziamo a risalire il sentiero a zig-zag che porta verso il Col dei Brassomonti. E’ una giornata prevalentemente serena ma le nuvole non si lasciano desiderare e c’è chi, durante la salita, si accorge di aver sbagliato equipaggiamento, chi inizia a rimuovere gli strati in eccesso e chi invece si pente dei pantaloni lunghi. Dopo una breve pausa, dal colle seguiamo un sentiero pianeggiante fino ad un bivio. Sulla destra scorgiamo l’indicazione per il Monte Alben: la meta è vicina! Solo per escursionisti esperti, però, dicono i cartelli.
Eterogeneo per esperienza e per età, il gruppo di apeini non si dà per vinto e prova coraggiosamente a salire unito. Ma l’ultimo tratto appare troppo impervio: dopo alcuni salti di roccia, un foro tra le rocce e l’arrivo dell’immancabile nuvola di Fantozzi, il gruppo decide di cambiare rotta. Nonostante qualche metaforico mal di pancia, prevale il senso di unione del gruppo e la aurea regola – “si parte insieme e si torna insieme” di valsusina memoria – viene rispettata. Una volta tornati al bivio, c’è chi si ferma e chi prosegue invece per la Cima della Croce (1.868 m). Da qui, gli apeini e le apeine si perdono a scrutare l’orizzonte e si cimentano nel riconoscere le vette più lontane. L’occhio arriva fino al Cervino!
Dopo il pranzo al sacco, eccoci sorridenti per il momento della foto di gruppo . Il meteo rispecchia fedelmente l’estate che sta lentamente passando: nonostante le previsioni indicassero 11 gradi di massima, l’aria si è dimostrata temperata e a tratti calda, ed ecco che il vestiario a cipolla ha dimostrato la sua solita validità.
In ogni caso si scende svelti, parlando del più e del meno, concordando che la discesa è sempre il pezzo più difficile: si è stanchi e qualche scivolata (e qualche bestemmia) si sente. Facciamo una pausa e il gruppo si riunisce intero per ricapitolare tutte le prossime gite dell’Ape perché è così: ancora non si è terminata una gita e già si pensa alla prossima avventura insieme! Finito il sentiero ci dissetiamo la gola con una bella bevanda in una baita di fianco al parcheggio delle macchine è tempo di saluti, ma già non vediamo l’ora della prossima gita Ape!!!
Beatrice e Riccardo per Ape Milano