Mangia e bevi in Alta Val Parma

Racconto dell’uscita autunnale nel Parco dei Cento Laghi, nell’Alta Val Parma

Partiamo con il buio, il ritrovo è alle 6, ci sono un paio di ore d’auto da percorrere per raggiungere il Passo del Cirone, la partenza del nostro giro autunnale sul crinale parmense.

Siamo incredibilmente in orario, 5 apette ci aspettano già al passo. Il cielo è a tratti nuvoloso, il sole tenta di spuntare e il versante parmense si apre nitido verso valle, speriamo sia limpido anche sul crinale..ci sarebbe il mare da vedere…chissà…

Imbocchiamo il sentiero 00 (quello dell’Alta Via dei Parchi che parte proprio in zona fino ad arrivare lungo il crinale appenninico in Romagna) e superata la chiesetta della Madonna dell’Orsaro entriamo in una bella faggeta autunnale intervallata da tratti di sottobosco con felci umide e quello che pare ebbio, dall’odore nauseante.

Arriviamo ai prati del Monte Tavola, banchetto prelibato per mucche libere al pascolo e cavalli, non sappiamo se selvatici. 

Rientriamo nel bosco, diretti al Lago Santo. L’odore “di funghi” è intenso, la coda del gruppo si aggira curiosa parallela al sentiero, ci sono un sacco di funghetti colorati da osservare, odorare e G. ce li descrive quasi tutti. Vince il fungo che odora di aglio, riempie tutto il bosco, così piccolo e dall’odore così persistente!

Seguendo il cai 725 ci avviciniamo al lago ma senza incontrare nessuno, è un sentiero a mezza costa che non passa vicono a Lagdei ed è quindi poco battuto. L’ultimo tratto che ci porterà al Lago Santo ci catapulta nella realtà: è effettivamente una domenica calda di metà autunno e molti hanno optato per la fuga verde dalla città. Siamo in fila sul sentiero, passiamo rapidamente il rifugio Mariotti per cercare un po’ di respiro più su, verso il crinale. 

Finalmente ci siamo, i merenderos non si avventurano fin qui, siamo noi e un altro numeroso gruppo che però è salito dal sentiero parallelo. La croce e la nebbia. Dal Monte Marmagna (1852) V. ci racconta che si potrebbe vedere La Spezia, le Apuane e in caso di cielo limpidissimo pure la Corsica. Ci dobbiamo fidare, è un panorama immaginifico.

Dopo aver banchettato iniziamo il nostro “mangia e bevi” del crinale. Nel gruppo ci sono due ciclisti e ci raccontano che il percorso su e già, sali e scendi che stiamo per affrontare nel gergo ciclistico si chiama così perchè durante la discesa mangi e durante la salita bevi, sempre in sella. 

Percorriamo il tratto del cai 00 che ci fà superare altre 3 creste: Monte Braiola, Monte Orsaro e Monte Fosco. Il panorama del versante toscano è sempre precluso dalla nebbia, che a volte dirada e fa vedere piccoli tratti di bosco o tratti di autostrada. Dal versante permense le distese rosse di mirtilli, la pietra grigia, i faggi autunnali e il lago scurso ci regalano colori spettacolari.

Percorriamo l’ultimo tratto di crinale, immersi in una faggeta fittissima e super nodosa per poi raggiungere i prati di inizio percorso e quindi finire con la consueta birretta post camminata.

Ci siamo accorte che il dislivello era maggiore, circa 1000 metri di mangia e bevi, appunto.

Ma siamo felici e convinte di voler tornare in queste zone, dobbiamo vederlo tutte il mare!

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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