L’ultima uscita, da gialli, sul Monte Rondinaio
Il venerdì pomeriggio i telefoni iniziano a squillare, gran traffico di sms: “domenica saremo zona arancione, non potremo più uscire dal comune di Bologna, la gita di domani sarà l’ultima!” e tra disperazione e gioia per aver azzeccato il giorno giusto della camminata, ci diamo appuntamento per sabato mattina, puntuali, alle 8 al solito parcheggio.

Da qui partiamo in 10, le altre 4 api arriveranno dalle loro case nell’appennino, chi bolognese, chi modenese e chi reggiano.
Oltre ad essere l’ultimo giorno disponibile per camminare al di fuori del Comune di Bologna, è anche l’ultimo giorno di apertura dei bar. Ci premuniamo di birrette da lasciare nel baule, per brindare alla fine della camminata, la prudenza non è mai troppa!
Il gruppo è al completo e dopo aver lasciato le macchine al parcheggio del Lago Santo Modenese (1501m), prendiamo il sentiero CAI 523 in mezzo alla faggeta e fino al Lago Baccio, di origine glaciale (1550), dove decidiamo di fare la foto di gruppo anche se appena partiti! Incontriamo qualche problema tecnico ma alla fine un paio di scatti riusciranno bene (non propriamente un’autoscatto)!
Il sentiero prosegue in mezzo alla macchia tipica dell’Appennino tosco-emiliano (ginepro e mirtilli) e prendiamo una scorciatoia, una sassaia diretta che in 40 minuti ci porterà sul crinale. Da qui cerchiamo un punto dove mangiare, circondati dal Cimone e dal Libro Aperto, da un lato, e dalle Apuane (distinguiamo nettamente Monte Forato) e dal mare dal versante toscano. La tentazione di allungare il giro stabilito e salire fino a Monte Giovo è grande ma decidiamo che sarà per la prossima volta, preferiamo scendere con calma.
Arriviamo al Monte Rondinaio (1964) immersi nella nebbia e lasciamo alla ex croce un nuovo blocchetto con dedica visto che il libro di vetta non ha più un centimetro libero su cui scrivere. Iniziamo a scendere verso il Monte Rondinaio Lombardo sul CAI 521 vedendo dall’alto il lago Turchino e il lago Torbido. Passata la sella incontriamo un ragazzo e una ragazza seduti sul sentiero, lei si è storta, molto probabilmente, una caviglia e non riesce assolutamente ad appoggiare il piede. Con il ragazzo chiamiamo i soccorsi e in pochi minuti offriamo a Guendalina ghiaccio spray, pomata, antidolorifici, tisana “entusiasmo ed allegria” e un bel po’ di chiacchiere! Dopo aver fatto loro compagnia per una mezz’oretta, decidiamo di scendere, i soccorsi sono pariti ma comunque uno di noi rimarrà con loro.
Raggiungiamo così il Lago Santo dove brindiamo alla bellissima giornata e all’ultimo giorno da “gialli”.
Ci salutiamo col buio appena l’ultimo del gruppo ci raggiunge, con la promessa di tornare a camminare, di tracciare magari il confine arancione di Bologna..chissà…