L’Alveare fa tappa a Roma
Parole dette e ascoltate, cammini fatti e immaginati, legami che si rafforzano e si stringono.
C’è stato tutto questo nell’incontro apeino d’autunno di sabato 12 e domenica 13 novembre 2022. Dal Nord, dal Centro e dal Sud, per la prima volta, infatti, hanno partecipato anche apeini e apeine da Salerno, le sezioni si sono ritrovate nella Capitale: ognuna con le proprie specificità, hanno trovato un momento di confronto, sintesi e condivisione nell’assemblea plenaria del sabato pomeriggio. A ospitarla un luogo che già di per sé meritava la trasferta romana: Villetta Social Lab, uno spazio sociale nel cuore della Garbatella. Un quartiere dall’identità popolare e dalla storia militante di cui gli apeini e le apeine hanno avuto un assaggio nelle camminate lungo le sue strade sinuose alla luce del sole e nel buio della notte romana.
Era la prima volta a Roma della sezione di Salerno, l’avanguardia meridionale della galassia apeina. Proprio il racconto di Daniele ha fatto un ritratto dell’andare in montagna in Campania con peculiarità differenti da quelle a cui le altre sezioni sono abituate. La mancanza di vincoli e tutele ambientali si affianca al tangibile tema dell’abbandono: intere zone che, in alcuni casi, non vengono curate e che cadono nelle mani di quella che ha definito “criminalità rurale”. Tagli boschivi non autorizzati, caccia abusiva, incendi dolosi e diffusi ne sono la cifra distintiva a cui corrisponde, specularmente, il disinteresse diffuso su questi temi degli escursionisti dell’ultima ora. È questo il trend che, nelle parole di Daniele, la banda apeina di Salerno vuole invertire in vista, invece, di una fruizione sempre più consapevole delle montagne della Campania.
È quanto APE ROMA ha fatto al lago di Campotosto, località in provincia de L’Aquila sconvolta dal sisma del 2016, dove la sezione romana ha monitorato, sistemato e tracciato i sentieri che attraversano la zona. Si chiama Carta dei Sentieri del Lago di Campotosto: all’inizio dell’incontro apeino d’autunno Miriam e Paolo di APE Roma hanno fatto appena in tempo a presentarla. Tempo solo qualche giorno e la Carta, realizzata in collaborazione con l’Associazione Pro Loco Campotosto, con il finanziamento della Chiesa Valdese e con il coinvolgimento dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e delle locali sezioni del CAI, infatti, è diventata realtà.
Dalle sezioni del centro-sud, la palla è passata a quelle del centro-nord. Da quelle più consolidate, come Milano o Brescia, a quelle in fase embrionale come quella ligure, passando per quelle storiche come Lecco o più giovani come Bergamo o Bologna, tutte hanno sottolineato la vitalità di un percorso che continua a crescere, interessare e coinvolgere nuove persone. La prossima tappa è già stata messa sul tavolo: il campeggio nazionale dell’estate 2023 sulle montagne della sezione più longeva, quella lecchese. Flavia e il resto della banda si è già messa all’opera.
La discussione plenaria ha lasciato spazio alla condivisione di saperi e pratiche sulla montagna e sulle modalità per avvicinarvisi. Sono stati laboratori più ristretti in cui gli apeini e le apeine di tutta Italia hanno potuto scambiarsi suggerimenti e consigli su tre temi: saper andare in montagna e organizzare le attività di una sezione utilizzando piattaforme per una comunicazione più libera e strumenti digitali per l’autodifesa della privacy, senza gli strumenti di Google; coinvolgere, avvicinare e rendere partecipi nuove persone con le riunioni mensili; condividere strumenti e accessori utili per la montagna e rendere il camminare un’attività sicura e alla portata di tutti e tutte.
A Villetta Social Lab non c’è stato il tempo per un’ultima riunione plenaria: la cena aspettava e, come nelle migliori tradizioni, la discussione e il confronto si sono trasferiti sulla tavola imbandita di pietanze di Casetta Rossa, un’altra realtà sociale che ha aperto le sue porte agli apeini e alle apeine di tutta Italia. Che prima di buttarsi a mangiare, hanno ascoltato e si sono appassionati a un’altra vertenza locale che sa di globale. Dire no al progetto TSM2 (Terminillo Stazione-Montana), presentato e criticato da un’attivista del gruppo “Balia dal Collare”, infatti, vuol dire opporsi a un modello basato su grandi opere, devastazioni ambientali e turismo mordi e fuggi. A Roma, a Salerno, a Bologna, a Bergamo, a Brescia, a Lecco, a Milano l’APE c’è anche per questo.
A chiudere la due giorni apeina nella Capitale, c’è stata la passeggiata attraverso Roma. Da quella più conosciuta del Circo Massimo, per poi proseguire lungo tutta la via Appia antica, e arrivare al Quadraro. “Nido di vespe” lo definirono i nazifascisti prima del rastrellamento del 1944 che portò alla deportazione in Germania di quasi 900 persone. Da lì, un altro nido, un Alveare per dirla meglio, si è salutato e dato appuntamento per i prossimi appuntamenti insieme.