percorsi di lettura sull’esperienza partigiana, per bimbe e bimbi, ragazze e ragazzi, da 6 a 15 anni
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Testo della canzone illustrato. La città è stata occupata dagli invasori, ovunque si vedono ingiustizie, violenza e paura. Tutto è vietato e nessuno ha più voglia di sorridere. Per questo il partigiano saluta la sua bella e decide di combattere per la libertà
“La luna era uno spicchio sottile e illuminava poco, il vento si faceva più forte, io pensavo ai nostri genitori che ci credevano a letto, ai lupi, ai nazisti, ai fantasmi”. Martina ha una missione da portare a termine con l’amico Simone e il fedelissimo cane Paco: ritrovare una preziosa cassa lanciata in volo dagli aerei alleati ai partigiani che sembra essere scomparsa nel nulla.
Fulmine è un cane che, per l’affetto che lo lega a un ragazzo, suo grande amico, si trova a partecipare alla lotta partigiana e alla liberazione d’Italia. Seguendo le vicende di Fulmine, fantastiche ma storicamente realistiche che si concludono con la festa del 25 aprile 1945, i bambini possono farsi una prima idea di cosa fu la Resistenza, delle sue ragioni e della sua importanza. Una scheda di inquadramento storico insieme ai documenti selezionati da Michele Sarfatti, accostati ai passaggi della vita partigiana di Fulmine, vogliono aiutare i bambini a conoscere e stimolarli ad approfondire quel capitolo fondamentale della storia italiana, la loro storia.
“…I soldati tedeschi, i nazisti, prima alleati con l’Italia e ora nemici, erano presenti anche nei più piccoli paesini. Intanto, sulle montagne, i partigiani si erano organizzati per combattere… sembrava che i conflitti, i bombardamenti, i cannoneggiamenti, non sarebbero finiti mai…così pensava Leda, che aveva dieci anni e che ricordava soltanto la guerra…” La seconda guerra mondiale vista con gli occhi di una ragazzina, tra sogni e paure, intimi lutti e tragedie universali. L’incontro con un personaggio dal fascino misterioso e inquietante ne segnerà per sempre la visione del mondo e le scelte di vita. Il testo intenso e drammatico di Ermanno Detti gode della stupenda regia di Roberto Innocenti che, con illustrazioni a piena pagina in cui si alternano e si fondono ombre cupe e luci abbaglianti, ne sottolinea i punti salienti fissandoli in una cristallina dimensione onirica.
Roma, 1943. I tedeschi occupano la “città aperta”. Il diario di un bambino tiene traccia di quei giorni terribili e degli anni che seguirono. I bombardamenti, i rastrellamenti, le prime deportazioni, il papà partigiano e la Resistenza, l’eccidio delle Fosse Ardeatine, la Liberazione e la lenta ripresa del dopoguerra vengono raccontati con un’impronta serena, senza polemiche, come solo un bambino potrebbe fare. Un diario vero, autobiografico, emozionante. Pagine di memoria da custodire e tramandare. In sella alla sua bicicletta, il papà di Fabrizio ha condotto la sua battaglia. In sella a quella bici Fabrizio respirerà per la prima volta il profumo della libertà.
Estate del 1943, ultimi giorni di scuola: all’improvviso tutto appare strano e inquietante. Laura parte con la mamma prima che la scuola chiuda senza sapere perché e si ritrova in montagna nella casa dei nonni. Dopo un po’ arrivano altri bambini, alcuni conosciuti, altri nuovi. Si forma un gruppetto di amici che passano insieme quella strana estate tra giochi e avvenimenti misteriosi sottolineati dai silenzi degli adulti. Poi arrivano i giorni bui: la caccia ai partigiani nascosti in montagna, il paese isolato, la paura, le rappresaglie. Unico legame con il resto del mondo e insieme speranza in un domani migliore, una vecchia radio nascosta nell’armadio del nonno: ta… ta… ta… ta… parla Londra. La guerra, la Resistenza, l’èra della radio: la bambina di allora racconta.
Antonio lavora al mercato nero e venderebbe il suo migliore amico per un tozzo di pane. Andrea, invece, per il suo migliore amico darebbe la vita, anche se si tratta di un cane: Guerrino, infatti, è l’unico ricordo che gli resta del nonno. Le loro strade si incrociano la notte del 12 agosto 1943, quando il suono della sirena d’allarme annuncia un’incursione aerea. Così, nonostante le differenze, i due ragazzi si ritrovano alleati per sfuggire alle bombe che cadono sulla città come grappoli di caramelle nere.
La guerra, lo sbarco degli alleati in Sicilia, la caduta di Mussolini, l’armistizio di Badoglio rivivono attraverso le parole di Nonno Aurelio, che con la sua cadenza veneta e il racconto breve ma incisivo, incanta il nipotino che lo ascolta e tutti i bambini che lo leggono.
Una ragazza che diventa donna. Il coraggio e la libertà della scelta. Questo libro è dedicato a tutti i partigiani italiani e in special modo a Tina Anselmi, eroica staffetta durante la lotta di liberazione dal fascismo. Raccontare ai più giovani, con semplicità e passione, di vicende dolorose e eroiche è indispensabile per continuare ad affermare principi irrinunciabili come democrazia e libertà.
È estate e Giulia trascorre le vacanze dal nonno. A seguito delle prepotenze di un ragazzo del paese, il nonno le racconta una vicenda della sua vita di giovane partigiano. Sono passati molti anni, ma Giulia capisce che l’episodio accaduto al nonno è molto simile a quello che sta vivendo lei con il bullo del paese. E come allora la soluzione è una sola: bisogna avere coraggio e non rassegnarsi ai soprusi.
Il libro racconta del piccolo Mariolino e di sua madre, che contribuisce alla lotta partigiana falsificando lasciapassare per i fuggitivi. La sua vicenda incrocia quella di Domenico, che per un pelo scamperà all’esecuzione. Età di lettura: dai 9 anni.
La guerra sta per finire e Loretta è costretta a trasferirsi con la sua famiglia, fedele fino all’ultimo al regime fascista, sulle rive del lago di Garda. L’idea di lasciare Roma e i suoi amici proprio non le va giù, ma solo perché ancora non sa che la sua vita sta per trasformarsi in un’incredibile avventura.
Federica non crede ai suoi occhi: tra le foto della grande mostra organizzata a Roma per celebrare la liberazione della città dai tedeschi nel 1944, c’è il ritratto di una ragazzina identica a lei, che applaude le truppe americane! Il mistero è presto risolto: la ragazza della foto è in realtà sua nonna Teresa, donna formidabile che da sempre si rifiuta di parlare di quel lontano tempo di guerra, come se il passato nascondesse un segreto troppo doloroso per poterlo affrontare. L’insistenza di Federica, però, avrà ragione del silenzio della nonna, che finalmente racconta degli anni in cui, insieme a un coetaneo e al padre, ha partecipato in prima persona alla Resistenza.
La storia dei fratelli Cervi prende avvio con la scelta del padre Alcide e di Aldo di lasciare la mezzadria per intraprendere una nuova vita da fittavoli. Una decisione nata dall’indomita ricerca della libertà e fortificata dalla certezza di aver acquisto, con uno studio autonomo e incessante, le conoscenze utili per far prosperare la terra. Soprattutto, questa scelta è il punto di partenza per dimostrare che può esistere un benessere condiviso che aiuti le masse – impoverite dalla Prima guerra mondiale e gravate dalla vessazione del regime fascista – a creare un mondo nuovo e più giusto. Una storia in cui le scelte di lavoro concretizzano le idee politiche e le rafforzano, man mano mettendo la famiglia Cervi al centro della lente d’ingrandimento di un regime che fa sempre più fatica a sostenersi e sfoga nella repressione sanguinosa i propri ultimi sussulti. I sette fratelli non si lasciano fermare nemmeno dal crescendo continuo di violenza: semmai, ne traggono forza e reagiscono con determinazione senza temere di affrontare, il 28 dicembre 1943, tutti insieme, il plotone d’esecuzione.
I quattro amici di via Cicco Simonetta non hanno più di tredici anni quando i nazisti occupano l’Italia e in tutto il Paese si comincia a organizzare la Resistenza. A Milano, nel caseggiato dove abitano, i ragazzi scoprono un gruppo di partigiani e, quasi per gioco, cominciano a spiarli. Presto però vengono coinvolti in piccole azioni e finiscono perfino sulle tracce di una spia del regime.
Alpi piemontesi, negli anni cruciali della Resistenza. Marta ha tredici anni, è magrolina, poco formosa e ha lunghi capelli biondi che la fanno sembrare tedesca. Un giorno suo fratello Davide, poco più grande di lei, le propone di aiutare la Resistenza contro nazisti e fascisti, all’insaputa degli stessi partigiani, che non li accetterebbero alla loro età. Davide ha un piano geniale, ma Marta si sente piccola, ha paura ed è contraria alla guerra. Il fratello però coinvolge anche Marco, un compagno di cui lei è innamorata, e quando conosce i partigiani da vicino Marta ne rimane affascinata. Così si ritroverà dentro un’avventura più grande di lei, che la esporrà a pericoli spaventosi, ma le permetterà di tirare fuori grinta, fantasia e indicibile coraggio, riuscendo infine a sconvolgere la guarnigione nazista della zona.
Sullo sfondo buio della guerra brillano le eccezionali imprese che anche bambini e ragazzi si possono ritrovare a fronteggiare. Come gli amici di “Ancora un giorno”, che nella Milano del coprifuoco e dei razionamenti fanno i messaggeri per la Resistenza. Come Riccardo, che in “Io ci sarò” percorre avventurosamente mezza Italia per ritrovare la sua famiglia, perseguitata in quanto ebrea, e si unisce ai partigiani. E come Lapo, che nella storia vera “Il rogo di Stazzema” è uno dei pochi sopravvissuti e può raccontare di come i nazisti hanno braccato sui monti e sterminato centinaia di persone inermi, sfollate nella “zona bianca” vicino a Lucca. Storie di coraggio e di solidarietà umana, perché la libertà va conquistata tutti assieme.
Da Bari a Roma, da Alba a Bergamo. Da Nord a Sud, dalle città ai paesi di montagna. Otto storie vere, per non dimenticare gli ideali che mossero anche i più giovani a rischiare in prima persona per il bene di tutti. “Quando avevo quattordici anni, in inverno, la prof di italiano si era ammalata e avevano chiamato un supplente. La nostra reazione è facile da immaginare: urla selvagge e grande festa, soprattutto quando il supplente si era rivelato giovanissimo e un po’ sperduto. Invece quello si era messo a far lezione di Storia, o meglio, di Resistenza. Ci aveva spiegato che era una cosa vicina, che toccava tutti noi. Ci aveva descritto le lotte partigiane avvenute nella nostra zona. Alcune erano spaventose, altre commoventi. Alcune erano coraggiose, altre tristi, ma tutte avevano dentro una potenza che lasciava senza fiato. Da allora sono trascorsi molti anni. I testimoni diretti sono sempre meno e il rischio è che di questa Resistenza si cominci a perdere la memoria. Scordarci della Resistenza come patrimonio comune è una vergogna e un pericolo. Questo libro, quindi, è per voi. Perché possiate riempirvi la testa di storie, e i cuori di coraggio.” (dall’introduzione di Davide Morosinotto). Presentazione del vicepresidente dell’ANPI.
Il quattordicenne Espen e i suoi amici sono travolti da un evento che cambia radicalmente le loro vite: l’occupazione nazista della Norvegia durante la Seconda guerra mondiale. All’inizio quasi per gioco, poi con ruoli sempre più importanti e pericolosi Espen si unisce alla Resistenza nella lotta contro l’invasore. Da semplice staffetta diventerà corriere per la consegna di messaggi e giornali clandestini, poi vera e propria spia con incarichi di intelligence. Nel corso dei cinque anni durante i quali si svolge la narrazione, Espen dovrà guardarsi costantemente dalla Gestapo e sfuggire ai continui controlli; tanti amici lo aiuteranno e lotteranno con lui, altri si uniranno ai nazisti e diventeranno a loro volta nemici dai quali tenersi alla larga. Espen si innamorerà, rischierà spesso di essere scoperto e infine, con gli sci ai piedi attraverso le montagne, sarà costretto a una fuga a perdifiato inseguito da quello che un tempo era il suo migliore amico, passato dalla parte del nemico. Basato su una storia vera, “Il segreto di Espen” narra le avventure di Erling Storrusten, spia norvegese durante la Seconda guerra mondiale.
Un altro inverno, e gli Alleati ancora non sono arrivati. Sui monti del nord dell’Italia le bande partigiane si vanno ingrossando dei giovani che rifiutano di arruolarsi nelle fila della Repubblica di Salò e fuggono dalle deportazioni in Germania. Le azioni partigiane si fanno sempre più audaci, contro i repubblichini, contro i tedeschi. Più numerosi anche i rastrellamenti, più feroci le rappresaglie. Poi, finalmente, l’ordine dell’insurrezione. Tutti a valle, per unirsi ai nuclei cittadini, agli operai in rivolta. Per riscattarsi dal fascismo, per liberarsi dai tedeschi prima ancora dell’arrivo degli Alleati. E intrecciata alla grande storia, quella minuta di Maria. Delle sue apprensioni per il marito partigiano e per il figlio alpino in Russia; della sua paura per i soldati della Wehrmacht che le piombano in casa; della sua gioia per la Liberazione e per il ritorno del figlio; della pietà per quel soldato tedesco ora vinto e prigioniero.
Viola abita con la famiglia e una gallina nel centro di bologna. la sua sarebbe la vita normale di una bambina di 9 anni, se non fosse che è il 1943 e in italia c’è la guerra. per questo quando suonano le sirene tutti si affrettano ad andare nei rifugi. tutti tranne la nonna che si è stufata di scappare e vuole rimanere a casa a finire la sua minestra di fagioli. quando però la situazione si fa più difficile, i genitori decidono di mandare viola dagli zii in campagna, insieme alla sua gallina. qui viola darà prova del suo coraggio e sarà protagonista, con il cugino, di un’azione importante e molto pericolosa.
Autunno 1944. Tra i boschi delle Langhe, Celeste, dodici anni, e la sua sorellina Flora giocano all’Addestramento, un gioco di sopravvivenza per prepararsi all’arrivo del nemico – e il nemico, gli hanno sempre insegnato, sono i ribelli saliti in collina: i partigiani. Ma niente può prepararli a quello che trovano tornando a casa sul far della sera: la casa bruciata, e la mamma, come un angelo caduto, sdraiata nel cortile con due buchi nel petto. Inizia così la ricerca di vendetta di Celeste, deciso a rintracciare gli assassini della madre che, è certo, si trovano fra i partigiani. La guerra che lacera l’Italia diventa anche la sua. Una guerra che spazza via le certezze dell’infanzia, e apre a un nuovo sguardo sulle cose: inaspettato, doloroso e necessario, come la verità.
Può una rete dividere il mondo in due? Da un lato la guerra, dall’altro la pace. Di qua miseria, dolore e paura, di là un sogno e la libertà. In questa realtà vive Giordano, che abita in un paese di sasso, sulla sponda occidentale del lago Maggiore, proprio sulla linea di confine con la Svizzera. Nel luglio 1943 l’Italia è in guerra e il regime fascista sta per cadere. Giordano ha 14 anni e il cuore pieno di domande. Il suo destino è stato scritto nel giorno in cui è nato: per volere della madre dovrà entrare in seminario e diventare prete. Ma sulla strada di Giordano compare Rachele, ebrea, fuggita con la sua famiglia alla ricerca della salvezza. Per Giordano, Rachele è l’altra faccia della vita, fatta di allegria, forza d’animo, ostinata speranza. Per scoprire la verità che il padre gli nasconde e per aiutare Rachele, Giordano si trova coinvolto negli eventi della storia, spinto all’azione della forza dell’amicizia e dell’amore.
Gianni, silenzioso e assorto. La bella Ines, con la treccia corvina e gli occhi fieri. E poi Etta la piccolina, Andrea quello nuovo, e Ciccio, Filippo, Moreno… Sono gli scout di un paese italiano come tanti, ragazzi che negli anni Venti del Novecento si dividono fra lavoro, scuola, escursioni, campi estivi. Conoscono le montagne come le loro tasche, crescono nei boschi, hanno dentro il valore della disciplina, del sacrificio per gli altri. Sanno cosa siano la lealtà, l’onore, il coraggio. O almeno credono di saperlo, finché in paese arriva il regime con i suoi sinistri rappresentanti. Mentre sovvertono l’ordine della comunità, i nuovi venuti si riempiono la bocca delle stesse parole: lealtà, onore, disciplina… Ma sembrano così distanti dai valori su cui gli scout hanno giurato. Manca un ingrediente essenziale: la libertà. E Gianni, Ines e Andrea decidono di prendersela, con una fuga sulle montagne, che difenderanno a rischio della vita.
Nell’estate del 1944 Franco è solo un bambino di sei anni che vive in uno dei tanti borghi sperduti nelle montagne italiane, non lontano dalle ombre del regime fascista e dal frastuono della guerra. Ma in quei giorni qualcosa cambia: i soldati tedeschi arrivano a bussare alla porta di casa, mentre gli scontri con i partigiani nascosti nei boschi si fanno sempre più duri e le bombe cadono vicine. È il fronte di liberazione che avanza: Franco e la sua intera famiglia stanno per essere travolti da una delle vicende più drammatiche e crudeli della nostra Storia. Per tutta la vita Franco ha sopportato il ricordo di quei momenti terribili, a cui è sopravvissuto solo grazie all’amore e al sacrificio della mamma. Oggi, attraverso le pagine di questo libro, continua a raccontare ai ragazzi che cosa è stata Marzabotto, la più cruenta delle stragi, compiuta dalle truppe naziste durante la Seconda Guerra Mondiale contro la popolazione innocente. La sua toccante testimonianza – dall’infanzia felice a Monte Sole passando per gli episodi delle violenze e della fuga, gli anni difficili in orfanotrofio, la costruzione di una nuova vita e il dolore inconsolabile per la perdita di coloro che amava – ci fa riflettere, senza retorica, sulla guerra e le sue conseguenze, sulla Resistenza, sul valore del perdono. E ci aiuta a non dimenticare quello che è successo, perché certi orrori restino soltanto nel passato.
Roma, 1943. Libero ha dieci anni e non chiede molto: una vita normale che lo lasci crescere come tutti i ragazzini, tra gli amici, i giochi e nell’ebbrezza del primo amore. Una vita lontana dalle violenze fasciste, dai bombardamenti, dall’occupazione tedesca, dagli attentati che oltre agli oppressori colpiscono vittime innocenti. Una storia forte, straziante, commovente, che si ispira alla vicenda di Ugo Forno, morto difendendo un ponte dai soldati nazisti.
Bernardo ha dodici anni ed è un balilla con tanto di bicicletta, divisa nera, fez e pistola. Proprio così, Bernardo ha anche una piccola pistola a tamburo che gli ha regalato suo padre per difendersi dai partigiani. Suo padre è il podestà del paese e da giorni è sempre più nervoso e preoccupato: gli Alleati risalgono l’Italia e si avvicinano alla Toscana, iniziano a bombardare i punti strategici e mandano aerei cicogna in perlustrazione. In questo clima di tensione e di odio per il nemico un giorno Bernardo trova, appeso a un albero con il suo paracadute, un pilota afroamericano ferito. Credendolo morto decide di tirarlo giù, ma l’uomo riprende i sensi e il ragazzino, desideroso di riabilitarsi agli occhi del padre che non ha una grande opinione di lui, estrae la sua pistola e decide di farlo prigioniero. Il ragazzo non può sapere che presto il suo paese sarà liberato e verrà il tempo della rivincita dei partigiani e delle frange antifasciste. Se lo sapesse forse si comporterebbe diversamente…
A diciott’anni Rita Rosani non immagina certo di essere destinata a diventare un’eroina della Resistenza. La sua vita è quella normale di un’adolescente nella Trieste degli anni ’30, ma Rita è una ragazza ebrea e dal 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, il mondo comincia a crollarle addosso. Viene espulsa da un giorno all’altro dalla scuola; patisce con la sua famiglia ogni sorta di discriminazioni; perde il fidanzato, deportato in un campo d’internamento allo scoppio della guerra; finché in lei si compie quella trasformazione che la porterà a combattere nelle file partigiane.
Siamo sui monti di Aune, il paese sopra Feltre bruciato dai tedeschi l’11 agosto del 1944, base di appoggio della brigata partigiana Gramsci. Giacomo, undici anni, è stato mandato in alpeggio a lavorare in una malga durante l’estate. Il suo padrone si chiama Bepi, un uomo rude che gli incute timore. E poi ci sono Sergio, sempre ingrugnito anche lui, e Alpina, la nipote di Bepi. È taciturna, Alpina, e vestita da maschiaccio. L’estate di Giacomo comincia così, tra la nostalgia di casa, l’odore delle vacche e la fascinazione per i famosi partigiani, che circolano da quelle parti ma lui non ne ha ancora mai visto uno. Poi un giorno, insieme all’amica Rachele, trova in una casèra abbandonata un plico di volantini. È roba segreta, roba che scotta, lo capiscono subito, ma è anche la via d’accesso a quel mondo di combattenti che tanto li affascina. E intanto, mentre le giornate trascorrono veloci tra il lavoro e l’avventura, qualcosa di inquietante e difficile da capire fino in fondo turba le notti di Giacomo, ponendo fine per sempre alla sua innocenza di bambino. In bilico tra realtà e finzione, un romanzo crudo che racconta la Liberazione e l’Italia ferita di quegli anni ma anche la fatica di conoscere gli adulti e le loro feroci contraddizioni.
Andrea ha sedici anni e con la sua classe si sta preparando per un viaggio ad Auschwitz in occasione della Giornata della Memoria. A scuola l’insegnante invita i ragazzi a una ricerca sulla storia della loro città durante la seconda guerra mondiale. Andrea si trova così a intervistare un’anziana parente in qualità di testimone. Ma durante il colloquio, la donna lascia cadere una frase ambigua sul passato del bisnonno Sergio, morto ormai da qualche anno, al quale Andrea era molto legato. Il bisnonno non è stato un partigiano, come lui aveva ingenuamente pensato, anzi! La sua stessa ricchezza sembra avere avuto un’origine oscura. Incalzata dalle domande di Andrea, l’anziana signora diventa evasiva e si rifiuta di dire altro. Ma un tarlo si è ormai insinuato nella mente di Andrea. Con l’aiuto di Barbara, un’amica conosciuta in biblioteca, comincia a indagare per proprio conto no a compiere una drammatica scoperta che rischia di mandare in pezzi la sua vita. Una parola gli martellava nelle tempie: colpevole, colpevole, colpevole…
È l’inverno del 1944, i Paesi Bassi sono nella morsa dell’occupazione nazista. Michiel, non potendo più andare a scuola, passa le sue giornate a fare commissioni in bicicletta, sotto la minaccia costante dei bombardamenti e dei soldati tedeschi. Un giorno, il figlio del vicino e membro della resistenza, gli consegna un messaggio da recapitare nel caso qualcosa vada storto nell’azione che stanno per mettere in atto. È così che Michiel si troverà coinvolto suo malgrado in qualcosa di molto più grande di lui. Ispirato ai ricordi di gioventù dell’autore, il romanzo racconta l’esperienza della guerra attraverso lo sguardo di Michiel, ben presto costretto a fare i conti con una realtà ambigua, a imparare a sue spese ad andare oltre le apparenze e a distinguere le vittime dai delatori, la generosità e il valore dal fanatismo. Per lui, come per molti altri, la guerra significherà al contempo la perdita dell’innocenza e la nascita di un forte sentimento pacifista.
“Noi? Ragazzi della libertà? Ma cosa c’entriamo con i partigiani? Sono storie vecchie, del tempo dei nonni e dei bisnonni… I partigiani sono persone che molto tempo fa, quando in Italia c’era la guerra, hanno scelto da che parte stare. Ma chi gliel’ha fatto fare? Per rispondere a questa domanda ve ne proponiamo un’altra: e se provassimo a metterci nei loro panni? La Resistenza l’hanno fatta anche tanti ragazze e ragazzi della vostra età. Noi li abbiamo incontrati e abbiamo realizzato una raccolta di memorie della Resistenza, perché restasse la loro testimonianza e fosse reso omaggio a chi ha rischiato la propria vita per la libertà. E se oggi voi potete mettervi nei loro panni – ma per fortuna siete in panni molto più comodi -, lo dovete anche a loro.”
Nel 2013 Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni, il più alto riconoscimento dello stato di Israele per i non ebrei. La storia di un campione dello sport e di un coraggioso eroe che ha rischiato la vita per salvare chi veniva ingiustamente perseguitato. La storia di un uomo che ha mostrato che in certi momenti non si può restare indifferenti, bisogna mettersi in gioco, bisogna scegliere, bisogna fare la cosa giusta.
In questa intervista, rispondendo alle domande di un’immaginaria nipotina, Tina Anselmi spiega cos’è stata la Resistenza, le idee, l’organizzazione, le donne e gli uomini, le vicende personali e collettive. Corredano il testo ampie schede che contestualizzano ed approfondiscono gli argomenti e gli episodi chiave della Resistenza.
Dove fanno il nido i ragni? L’unico a saperlo è Pin, che ha dieci anni, è orfano di entrambi i genitori e conosce molto bene la radura nei boschi in cui si rifugiano i piccoli insetti. È lo stesso posto in cui si rifugia lui, per stare lontano dalla guerra e dallo sbando in cui si ritrova il suo piccolo paese tra le colline della Liguria, dopo l’8 settembre 1943. Ma nessuno può davvero sfuggire a ciò che sta succedendo qui e nel resto d’Italia. Neppure Pin. Ben presto viene coinvolto nella Resistenza e nelle lotte dei partigiani, sempre alla ricerca di un grande amico che sia diverso da tutte le altre persone che ha conosciuto. Ma esisterà davvero qualcuno a cui rivelare il suo segreto? Il romanzo che ha segnato l’esordio di Italo Calvino, in edizione illustrata da Gianni De Conno.
La speranza di pace in un classico semplice e struggente. Una storia autobiografica che racconta, l’infanzia e la prima età adulta dell’autore durante il fascismo, fino ad arrivare al primo giorno di guerra, per concludersi al momento in cui il protagonista viene arrestato e avviato alle prigioni delle S.S.
La busta rossa
Siamo a Piadena in provincia di Cremona durante la fine della Seconda Guerra Mondiale. Gli Alleati hanno già liberato gran parte dell’Italia, ma al nord permane ancora l’occupazione dei nazisti aiutati dalla complicità del regime della Repubblica di Salò. Il giovane protagonista del romanzo, maestro elementare al momento fuori servizio, viene arrestato. Durante uno spostamento tra una prigione e l’altra, approfittando di una sosta conseguente ai bombardamenti alleati, riesce con astuzia a distruggere la busta rossa con la sua imputazione e la sua condanna. Viene pertanto liberato e può così gustarsi la fine della guerra ed il ritorno alla libertà. Attraverso le sue vicende, si ricostruisce un
affresco dell’Italia dell’immediato dopoguerra.
Inverno 1943. L’Italia ha dichiarato guerra alla Germania, è nata la Repubblica socia le di Salò ed è scoppiata la guerra civile. Nel frattempo, il giovane Diego Varruti deve scegliere da che parte stare: combattere a fianco dei nazisti insieme al padre gerarca fascista, oppure battersi con Luisa e i suoi compagni partigiani per una nuova Italia, libera e democratica. “L’inverno di Diego” è una grande storia d’amore e di formazione durante i primi mesi di organizzazione della Resistenza partigiana, quando scoppiarono le tensioni familiari e sociali di vent’anni di dittatura fascista: un rito di passaggio, ancora oggi fonte di discussione, che cambierà per sempre una generazione inesperta alla vita come alla morte. Un graphic novel che è anche un vero e proprio atto d’amore dell’autore nei confronti della sua terra natale, dei suoi personaggi e delle storie che l’hanno attraversato nel biennio 1943-45. Con una postfazione di Claudio Silingardi.
La Resistenza è stata la dimostrazione del meglio di cui gli italiani fossero capaci: un’assunzione di responsabilità, una volontà di riscatto che non riguarda solo la storia del fascismo e della partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale. Si affrontano qui alcuni problemi controversi della storia della Resistenza senza cedere alla sacralità o alla strumentalizzazione politica: si ricostruisce infatti una narrazione anti-eroica, senza aggettivi, ma ricca di colori. L’obiettivo è cercare una via d’uscita alternativa alla ricostruzione spesso rancorosa degli eventi. Non una storia di fatti sanguinosi, di efferatezze, di morti e di corpi violati, ma un tentativo di individuare le motivazioni profonde di un periodo di grandi speranze e di crescita collettiva. E di cogliere le ragioni di una storia, ma anche le ragioni della vita. Un libro per le giovani generazioni che cerca di dare risposte esaurienti a quesiti difficili e spesso trascurati.
La memoria, sappiamo, è fatta anche di luoghi. Torni in quel luogo perché lì è accaduto “qualcosa”, anni e anni prima. E senti che non ti è estraneo. Vuoi ricordare. Un evento drammatico, un fatto straordinario, un incontro felice, e che tu conosci solo attraverso fotografie un po’ sbiadite e dal racconto di altri. Quel “qualcosa” è poi divenuto Storia, quei certi avvenimenti si sono inseriti nelle vicende di un Paese, di una Nazione. Sonia Maria Luce Possentini torna nei luoghi attraversati da uno zio molto amato. Giovanni, detto il Nero, partigiano nella Brigata Garibaldi. Bello, coraggioso, ribelle, innamorato di Laura e della libertà, fino a sacrificarsi a vent’anni per non tradire i suoi compagni. Sonia ci racconta la sua storia, attraverso parole, immagini e soprattutto emozioni. Introduzione di Francesco Filippi.
L’avventura della guerra vissuta da un gruppo di ragazzi prima per gioco, poi nella realtà di un’azione in favore dei partigiani. 1943, tempo di guerra: ma su questa sponda del Lago Maggiore gli echi sono molto lontani. Un gruppo di ragazzi organizza le giornate sotto il segno dell’avventura, costituendosi in una banda.
Wolf è solo un cucciolo quando comincia l’addestramento: in poco tempo i padroni neri ne fanno un’arma infallibile, letale, che si alimenta della paura di chi gli sta accanto. Alla prima occasione Wolf decide di scappare dagli orrori della guerra e da ciò che le SS lo hanno fatto diventare. E per la prima volta incrocia uno sguardo diverso, quello di Donata, una ragazzina con la sindrome di Down che sembra non avere alcuna paura di lui. Anche Donata è in fuga, e insieme a lei c’è suo fratello Francesco. Un’ombra nera e silenziosa li sta inseguendo per i boschi della Toscana, qualcuno che sta cercando Donata.
Il volume raccoglie testimonianze di bambini e ragazzi in tempo di guerra, tratte da alcune delle più significative proposte dell’editoria contemporanea per ragazzi. Il filo che unisce le voci dei giovani protagonisti è il desiderio di resistere con ogni mezzo all’annientamento fisico e psicologico, in primo luogo attraverso la scrittura.
Per il 60°anniversario della Liberazione, un racconto corale che percorre tutta l’Italia, attraverso le parole di chi l’ha vissuta e le illustrazioni di 30 artisti italiani.
“C’era sempre un filino appeso al soffitto, e un lucignolo, una candela accesa, con sotto un foglietto su cui era segnato il turno di guardia: a tre, a tre, a tre, facevano la ronda per controllare. E io stavo sveglia.”
Lui ha diciassette anni e cerca i partigiani nella Valdossola, con una pistolina che sembra quella di Buffalo Bill. Vuole stare con loro, dalla parte giusta, contro i neri, i fascisti. Ci riesce. Gli danno subito un fucile e, insieme, una gran voglia di scappare, ma lui non scappa. Si sceglie un nome di battaglia che in latino vuol dire Nessuno – come Ulisse con Polifemo – e ci racconta tutta la sua storia, da cima a fondo, senza fare mai finta che la guerra sia una bella cosa. Perchè questa è una storia vera… Le vicende della guerra partigiana raccontate in prima persona dallo stesso autore, salito cinquant’anni fa sui monti della Valdossola con le sue speranze, i suoi ideali, i suoi dubbi. Riconoscimenti: Finalista Premio Castello 1995, Finalista Premio Lunigiana 1995, Vincitore Premio Bancarellino 1996, Vincitore Premio Asola 1997.
Siamo in Italia. La vicenda è tutta compresa nell’arco di una sola estate. Lisetta vive
contemporaneamente due vite, che deve per necessità tenere separate: la sua amicizia con Regina (la piccola ebrea nascosta) e i continui rapporti con le compagne di giochi, con suo fratello, con zio Gustin, considerato nel primo incontro come un orso azzoppato. La guerra appena avvertita nei primi capitoli attraverso il modo di vivere che condiziona tutti – tesseramento, oscuramento, scarsità di viveri, borsanera…- rende più concreta la sua presenza e la sua minaccia nelle ultime pagine, con la presenza di fascisti, tedeschi e partigiani. Il racconto in prima persona, permette alla protagonista di approdare ad una maggiore consapevolezza e ad una più coscienziosa visione dei propri sentimenti, delle proprie idee e del mondo che la circonda. Età di lettura: dai 10 anni.
Nell’autunno del 1943 cinque ragazzini sono ospiti della nonna in una villa della campagna fiorentina per sfuggire alla guerra. Vivono con inconsapevole serenità le loro giornate finché in un crescendo incalzante di avvenimenti, i ragazzi sperimenteranno la crudele realtà della guerra, tra fascismo, resistenza e antisemitismo.
Roberto è solo un ragazzo quando compie la prima di tante scelte importanti: a Cremona,
in un’Italia divisa in due, nel cuore della guerra si aggrega a una singolare compagnia di finti teatranti, che di notte fanno saltare i ponti sul Po per impedire il passaggio delle truppe tedesche. Il gruppo viene scoperto, molti componenti sono arrestati. Roberto riesce a fuggire. È solo il primo episodio di una lunga, dolorosa, faticosa avventura: la separazione dalla famiglia, la fuga in montagna, l’arresto e la cella d’isolamento, infine la lotta con una brigata partigiana fino all’arrivo degli alleati. Una storia di resistenza, di coraggio inevitabile, raccontata con semplicità a chi vuole sapere oggi com’è stato fare
la Storia senza saperlo.
David è un ragazzo ebreo, che ha visto i suoi genitori, e poi tutti i suoi compagni, portati via dai nazisti: da quel momento la sua vita è una lunga attesa, l’attesa del ritorno. Ma accanto a questo sentimento cresce il desiderio di vendetta, che si manifesta, nel bisogno di passare all’azione con l’esperienza della lotta partigiana. Sullo sfondo di una Parigi su cui grava ancora l’odore della morte, ecco David affacciarsi sulla soglia dell’Hotel Lutétia, “l’albergo del ritorno”, il luogo dove vengono alloggiati coloro
che tornano da posti di cui non si sa nulla: i campi di concentramento.
Simone si trova ad Anzio proprio quando sbarcano gli angloamericani. Fra loro un “ranger” che diventa suo amico. Sotto la guida del fratello Alfredo e con l’aiuto dei tre amici sarà protagonista di preziose missioni in aiuto di chi vuole cacciare gli invasori tedeschi.
Bandierine contiene sette storie, tratte da vicende inventate o realmente avvenute, inserite nel contesto storico della Resistenza. Le singole vicende sono raccolte e riunite da una storia-cornice a colori, che ci riporta al tempo di oggi e con quelle storie dialoga. I racconti coprono tutta la Penisola e oltre, da Napoli a Milano, passando per la Jugoslavia. Partigiani con il fucile e senza, preti, donne, anziani, bambini, contadini, intellettuali, sbandati: alcuni frammenti del variegato mondo che fece i conti con gli eventi storici del 1943-1945 prendono corpo nel libro, raccontati con un tono tra lo scanzonato e l’avventuroso. Senza rinunciare però a momenti di riflessione di fronte a eventi così impegnativi per chi li ha vissuti, e così importanti per noi che a quella storia dobbiamo molto.
Troppe volte purtroppo la Resistenza è stata pietrificata in monumenti mitici e irreali, le vicende dei partigiani ridotte a cronache agiografiche. Via le incrostazioni della retorica: qui troverete protagonisti imperfetti, coraggiosi e impauriti, ma vivi.
Una mattina mi son svegliato, Mimmo Franzinelli, Andrea Ventura, Utet (graphic novel)
8 settembre 1943. Dai microfoni dell’Eiar di via Asiago a Roma, il maresciallo Badoglio dà l’annuncio dell’armistizio firmato qualche giorno prima con le forze alleate anglo-americane. L’evento è decisivo, le ripercussioni drammatiche. In un alternarsi convulso e frenetico di viltà ed eroismo, rassegnazione e speranza, trascorrono mesi strazianti, mentre la nazione si sente scivolare sempre più veloce verso lo sprofondo. A settant’anni esatti da quel giorno cruciale, l’artista Andrea Ventura e lo storico Mimmo Franzinelli hanno scelto di raccontare cinque storie emblematiche di un’Italia contesa tra occupazione tedesca, riorganizzazione fascista e Resistenza. Quelle di Lotte, Primo, Franco, Giorgio e Nuto sono vicende molto diverse fra loro, e per questo rappresentative di un’intera generazione, ma sempre esistenze di gente comune che, inevitabilmente impreparata di fronte a questa improvvisa accelerazione della Storia, ha cercato una propria strada di salvezza e di possibile riscatto.
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