La montagna non si arrende – Acqua InSorgente

9 febbraio 2025, oggi APE è insieme ad altri compagni di strada per una mobilitazione diffusa nei territori a difesa delle terre alte. In Basilicata abbiamo scelto di declinare l’iniziativa in Acqua InSorgente, portando l’attenzione alla crisi idrica che sta interessando il sud Italia e che per 140000 lucan3 nell’autunno 2024 si è tramutata in “apocalisse”, con riduzioni drastiche e quotidiane nei tempi di erogazione dell’acqua e con la captazione, permessa solo grazie al dichiarato stato di emergenza, dell’acqua di un fiume (il Basento) che riceve reflui industriali e civili.

9 febbraio 2025, abbiamo scelto di mobilitarci nello spirito di APE: camminando. La passeggiata di oggi rappresenta la riappropriazione di uno spazio e della possibilità di viverlo e conoscerlo. Siamo in tant3 all’appuntamento e il percorso breve e senza dislivello ci permette di goderci il passo del più lento, diffondendoci nello spazio che attraversiamo senza perderci di vista l’un l’altra ma riempiendolo e facendolo un po’ nostro con lo sguardo, con le parole, con i racconti che ci scambiamo mentre camminiamo e quando ci fermiamo tutt3 insieme per osservare ed ascoltare ed ascoltarci.

Il luogo che abbiamo scelto è la diga della Camastra, protagonista di questa crisi idrica lucana. Percorrendone il perimetro balza all’occhio prepotentemente che l’invaso è stato completamente abbandonato a se stesso per anni e anni, non manutenuto né per la parte della risorsa idrica nè per quanto riguarda la natura che lo circonda. Una mancanza di cura che rende manifesto l’approccio estrattivista con cui tanti, troppi luoghi e risorse vengono trattati in Basilicata.

Ancora più senso ha oggi essere qui perché non siamo soltanto lucan3, ci sono con noi puglies3 e campan3, singolarmente e collettivamente, Ape Salerno e Giustizia per Taranto, un’associazione con cui abbiamo già camminato insieme e che arricchisce la nostra narrazione sull’acqua con il racconto di quello che accade a Taranto. Il territorio su cui succede è un altro ma la storia anche in Puglia dice che nell’accesso all’acqua, oggi le persone sono seconde all’industria, al petrolio, alle multinazionali.

Abbiamo scelto di essere sulla diga oggi portando con noi i colori delle parole scritte sugli striscioni, la gioia di un canto ironico che ha accompagnato i nostri passi riempiendo il silenzio. Abbiamo portato con noi la creatività, il colore, la cura della prospettiva transfemminista che ci ha regalato la collettiva mashare.

La camminata ci porta a guardare l’adduttore Inferno che insieme al Camastra porta acqua all’invaso, ci permette di avere consapevolezza visiva del livello più alto a cui arrivava l’acqua tempo fa e che aveva sommerso il ponte inferno, preesistente alla diga e detto fantasma proprio perché scompariva nell’acqua. Livello che oggi è ridotto a 9 mln di m3 (su una capienza dell’invaso che supera i 20 mln di m3) per ragioni di sicurezza legate a mancata manutenzione, mancate verifiche sismiche, mancato collaudo iniziale.

Portare i nostri passi in questo luogo marca una presenza anche in contrapposizione alla pesante assenza di chi amministra, che non ci ha mai informato in maniera trasparente sulla crisi idrica e sulla gestione dell’acqua. Esserci fisicamente significa rivendicare la partecipazione dei cittadin3 a questa gestione e ad affermare con forza che l’acqua deve rimanere pubblica perché non ha padroni.

La nostra giornata finisce in modo conviviale e l’agriturismo che ci ospita sembra un piccolo mondo sospeso tra i tubi e la terra smossa del recente cantiere che ha portato l’acqua del Basento nelle nostre case e degli spettacolari calanchi…la bellezza che compare all’improvviso e, nonostante la violenza che continua a essere perpetuata sulla terra, persiste, più forte.  

ape appulolucana

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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