Di ritorno dalla notturna ai Piani dell’Avaro

Ci ritroviamo numerosi a Piano Terra dopo pranzo, intorno alle 14.30, puntuali nonostante questa volta si sia dovuto affrontare il traffico milanese anche per arrivare al punto di partenza. Obiettivo della gita i Piani dell’Avaro: dove ci attende una lunga camminata nonché una cena in rifugio a ricompensarci dei nostri sforzi. La gita, pensata inizialmente come ciaspolata notturna, si è dovuta invece tramutare in un’escursione più tradizionale a causa dell’assenza di neve (che, quasi a farsi beffe di noi, è invece prevista per i giorni immediatamente successivi).

Dopo un paio d’ore d’auto e una lunga salita, durante la quale incrociamo per una volta in senso opposto i gitanti della prima mattina di ritorno verso la pianura, ci riuniamo quindi con apeine e apeini restanti al punto di partenza, a quota circa 1700: insieme formiamo un gruppo di ventisei persone. Si vocifera già di un possibile cambio di percorso rispetto a quello previsto originariamente, e alcuni già sognano la polenta che li attenderà al ritorno. Preso il classico caffè pre-partenza (d’obbligo che sia mattino o pomeriggio) Matteo prende quindi il podio per le canoniche raccomandazioni e per verificare che tutti abbiano l’equipaggiamento adeguato, oltre che per dire due parole sul percorso che andremo a intraprendere confermando quindi che, ghiaccio permettendo, la meta è stata spostata di un paio di centinaia di metri più su, per compensare l’assenza di ciaspole.

Dopodiché si parte: il giro previsto è un “doppio anello” che si estende su buona parte dei piani. Il percorso è pulito, con qualche sporadica chiazza di neve compatta mista a ghiaccio, e il pomeriggio splendido, con una temperatura non eccessivamente fredda.
Dopo essere saliti per circa mezz’ora sostiamo brevemente per ammirare il meraviglioso tramonto che si sta sviluppando alle nostre spalle, poi via di nuovo verso la meta.

Raggiunto il nostro obiettivo a sole ormai calato, ci fermiamo per indossare le torce frontali, che sulla testa di apeine e apeini in movimento in fila indiana creano un’atmosfera quasi esoterica.
Nonostante il buio cerchiamo anche di immortalare la conquista con la foto di rito, convinti di stare per intraprendere la via del ritorno: in realtà però si sta già decidendo di allungare ulteriormente la salita, data la bella atmosfera e il buon umore generale.

Nuova meta quindi: la forcella del Passo Triomen. Si sale su un percorso più ripido e ghiacciato a tratti, questa volta con l’ausilio di ramponcini. In salita la stanchezza per alcuni inizia a farsi sentire, ma arrivati in cima ci godiamo finalmente uno splendido panorama notturno incorniciato dalle luci delle città in basso e dalle costellazioni sopra di noi. Una breve sosta con merenda, poi si riparte prima che il freddo intorpidisca i partecipanti.

Scesi per il tratto più ripido, ci ricongiungiamo con il percorso originale e ripartiamo in direzione del versante est per chiudere il secondo anello del giro: la discesa è perlopiù tranquilla, con qualche tratto innevato. Una volta in piano veniamo accolti dalle luci del rifugio che ci aspetta.

Ad attenderci al nostro arrivo troviamo un bel focolare, ma soprattutto la tanto agognata polenta: un’abbondante cena ci rimette subito in piedi dopo la stancante camminata, e si erge a degna conclusione di questa splendida gita.
Conclusa l’abbuffata è ora di salutarci: le macchine hanno fortunatamente retto al gelo, e si ritorna quindi in città, in attesa della prossima avventura.

Stefano, per APE Milano

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