Di ritorno dalla gita al bivacco Riva-Girani
“Che senso ha svegliarsi all’alba per andare in montagna?”. Alcuni di noi se lo domandano scherzando e ancora assonnati, mentre alle prime luci di domenica 30 gennaio lasciamo Milano per intraprendere la prima gita “3 api” del 2022. Forse sul finale del racconto capiremo quanto invece sia stato determinante alzarsi presto ed essere al posto giusto nel momento giusto.
Dopo aver lasciato le macchine in località Balisio e intrapreso la stradina in direzione Val Pioverna, imbocchiamo il sentiero che ci porta ad addentrarci nella valle dei Grassi e Lunghi. Attraversiamo un primo tratto in faggeta, nel cui sottobosco notiamo le prime fioriture dell’anno, tra ellebori e primule. Ci lasciamo il bosco alle spalle e in breve siamo in località Pialeràl.
Da qui, dopo una sosta per ricompattare il gruppo, superiamo il Rifugio Antonietta, rimandando la pausa ristoro al ritorno. Il sole splende in un cielo sgombro di nuvole e le temperature sono davvero insolite per la stagione. Il gruppo di oggi è affiatato e numeroso e con due giocosi quadrupedi al seguito risaliamo tra risate e chiacchiere la via invernale al Grignone: il sole scalda parecchio e ci troviamo immersi in un paesaggio brullo. La neve, come in gran parte dell’arco alpino, quest’anno si fa attendere da oltre un mese, con rischi ambientali che ormai abbiamo imparato a conoscere.
Spogliati delle giacche, e liberi da guanti e cappelli, raggiungiamo così il bivacco Riva-Girani. Di fronte a noi si erge la Grigna settentrionale, mentre il panorama, in una giornata così limpida, si apre sulla Valsassina, le Orobie e la prospiciente Grignetta.
Dopo una pausa merenda al bivacco e la rituale foto di gruppo, un gruppetto di apeini decide di inseguire la vetta in direzione del rifugio Brioschi: le condizioni meteo sono favorevoli e anche la forza nelle gambe non manca.
In una ventina scendiamo verso il rifugio, pregustando il momento di ristoro in compagnia. Proprio quando stiamo per rilassarci, dall’Alpe Cova, appena più in basso, vediamo salire una nuvola di fumo. Dal colore scuro e dalle dimensioni capiamo che non si tratta di un banale cumulo di foglie bruciate e senza pensarci due volte lasciamo zaini e bevande per andare in soccorso.
L’incendio, partito da un’auto in fiamme sulla strada antistante, si estende in pochi minuti sul versante più esposto dell’alpeggio, complice il vento e il grande secco di questo periodo. La reazione del gruppo è però altrettanto rapida: insieme agli abitanti del luogo, e ai gitanti delle baite, formiamo una catena umana, dalle case al fronte di fiamma, per passarci secchi d’acqua, badili e cumuli di terra.
I vigili del fuoco arriveranno di lì a poco e l’incendio sarà domato, ma alla fine possiamo dirci orgogliosi di aver dato un contributo sui due fronti al contenimento delle fiamme. Il fatto che fossimo in tanti e volenterosi, al momento giusto e nel posto giusto, si è rivelato nel suo piccolo determinante.
Lasciata alle spalle l’emergenza possiamo infine riposarci, finire le birrette e i caffè lasciati in sospeso e, tra una battuta e l’altra, portarci “sani e sazi” al termine di questa rocambolesca gita di inizio anno.
Ci auguriamo che non si ripetano più eventi simili, ma certamente saremo riconoscenti a questa esperienza, che ha confermato la coesione del gruppo e lo spirito di solidarietà che ci distingue nell’andare insieme in montagna.
Viva l’A.P.E.!
Matteo, per APE Milano
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