Di ritorno dal Monte Sodadura
Siamo di quelli che (a volte, non sempre!) arrivano in ritardo. Ed ecco che stamattina, 6 gennaio, ci troviamo a far aspettare degli amici sconosciuti a cui abbiamo deciso di aggregarci per una escursione in montagna, il gruppo APE di Milano. È praticamente la nostra prima volta sui monti coi ramponcini, e ci intimorisce un po’, ma è giusto avvisare che tarderemo di qualche minuto e che speriamo di raggiungere il gruppo camminando più veloci in salita.
Siamo partiti da Milano con un buio che è dovuto all’orario ma anche alla spessa coperta di nuvole che impedisce alla luce del sole di arrivare a terra, ma avvicinandoci alla nostra meta ci rendiamo conto che le cose migliorano man mano che si sale, e a un certo punto l’epifania: le cime bergamasche si vedono benissimo, bagnate da una luce che ci accompagnerà per tutto il percorso fino alla cima del Sodadura!
Arriviamo finalmente all’inizio della strada a pagamento verso Quindicina di Pizzino, dove lasceremo l’auto. Là una seconda sorpresa: in parte dispiaciuti per aver fatto tardare la partenza, ma anche sollevati, scopriamo che il gruppo dell’APE ci sta aspettando. Conosciamo Martino, che “qui non si lascia mai nessuno indietro”, e ci incamminiamo verso il rifugio Gherardi. Si sale rapidi, Ambra ci racconta dei progetti dell’APE e ci rendiamo conto che questo è un bel gruppo in cui stare.
La neve ancora praticamente non c’è, il terreno è scuro di fango e si rischia qualche scivolone, ma tra una chiacchiera e l’altra in poco tempo siamo al Gherardi e poi all’approccio della salita più divertente, dove posiamo i piedi sulla prima neve. Da qui si vede bene come la pianura sia completamente coperta da nuvole basse e uniformi. Zone al sole si alternano a zone in ombra, dove la neve non si scioglie ed è bene prestare un po’ di attenzione aiutati dai ramponcini. Siamo ancora in falsopiano, però. Poi passiamo vicino all’ex rifugio Cesare Battisti, costeggiamo il pizzo Baciamorti e infine ci troviamo davanti l’ultima difficoltà: la cima del Sodadura ci aspetta.
Siamo sempre guidati da Abo che traccia la via indicandoci le cime principali che ci circondano, e preceduti da Zeno, che invidio per la velocità leggera con cui raggiunge un punto sempre più in là di noi; e allora saliamo. Ci sono tracce profonde lasciate da qualcuno che è passato da qualche giorno, ma non c’è bisogno di entrarci: la neve è ancora dura e ci sorregge. Arriviamo in cima al Sodadura giusti giusti per l’ora del pranzo.
Dopo esserci riposati e aver tentato invano di perdere uno zaino, oltre che di convincere qualcuno degli altri frequentatori della cima a farci una foto di gruppo, si tira fuori la bandiera dell’APE e il sorriso migliore (o meglio, quello che abbiamo a disposizione dopo le fatiche della giornata) per immortalare la piccola impresa.
Poi giù veloci e allegri in mezzo alla neve che comincia a cedere, al Gherardi dove c’è chi ne approfitta per bere una birra o un caffè e chi per dividere panini al prosciutto ma soprattutto una contesissima pizza. C’è chi decide di scendere subito e chi si attarda col proposito di godersi un tramonto che sarà sicuramente spettacolare.
Rui ed io scendiamo con calma, sedendoci ogni tanto tra i prati asciutti a godere della vista prima di tornare alla vita della città. Ma ci rivedremo presto, anche con i nuovi amici dell’APE.
Alessandro e Rui per APE Milano
Ecco una galleria di foto della giornata.