Di ritorno dal festival Foglia Tonda
IL TRENO
La camminata verso il Foglia Tonda ha inizio la mattina presto: partenza dalla stazione di Bologna ore 07.27, direzione Crespino del Lamone, cambio a Faenza.
In stazione c’è una gran caciara, chi parte e chi torna e nella confusione generale saltiamo sul treno. Tempo di individuarci, contarci e salutarci che il treno parte!
Si fa subito gruppo e con entusiasmo nonostante i primi sintomi di congelamento causati dall’aria condizionata arriviamo al luogo dal quale ci incammineremo: “Crespino del Lamone paese dell’acqua buona e delle fontane”. (n.d.r. cartello d’ingresso del paese)
RABDOMANTI
Di fontane effettivamente ce ne sono tante, ma nonostante la sete, dovuta in parte al pezzo di torta di riso mangiato poco prima, aspettiamo a riempire le borracce per giungere alla fontana di San Carlo, una specie di tabernacolo tra la massicciata del treno e un verde scintillante.
Qui incontriamo un signore (n.d.r. probabilmente autoctono) che stava riempendo le proprie bottiglie che ci conferma l’impressione che avevamo avuto: “Qui c’è l’acqua più buona di tutte le altre”.
La prossima fontana sarà solo alla fine del percorso, a casa d’Alpe.
QUANTO E’ DURA LA SALITA
Siamo come grilli parlanti, nonostante la salita decisamente ripida e il sole cocente. Cosi’ tra una parola e l’altra camminando di buon passo, quella che doveva essere la salita piú faticosa del percorso si e’ trasformata in gioiosa ascesa.
Grondanti di sudore abbiamo già fatto la maggior parte del dislivello che ci aspetta, tempo di riprender fiato e complimentarci per i tempi di percorrenza che una compagna sbianca. Viene subito soccorsa dal gruppo alzandole i piedi e fornendole zuccheri semplici come prugne secche e un cappellino per la testa.
L’apetta si riprende subito e cosi’ si riparte. Questa volta pero’ il percorso sarà sempre ombroso fino alla cima del Poggio degli Allocchi. Raggiunto il crinale si apre un bel paesaggio. I dolci monti verdeggianti dell’alto Mugello e la via dell’Archetta dall’altro lato della stretta vallata.
ABBANDONIAMO IL CRINALE
Seguiamo con lo sguardo il crinale dritto dinnanzi a noi .
A noi il crinale solitamente piace ma questa volta non lo percorriamo infatti in preparazione del giro abbiamo preferito barattarlo con una pozza del torrente Muccione d’acqua ghiacciata. Oggi sarà a quella pozza rinfrescante che andremo.
Dalla quota in cui siamo ci immergiamo a capofitto nella vegetazioni per scendere scendere scendere. Proseguiamo in direzione Fornello – Gattaia, passando per l’agglomerato di case di Brancobalardi, un tempo rigoglioso, oggi restituito quasi completamente alla natura e coperto dall’edera.
LA POZZA
Camminando, ascoltiamo in lontananza lo scorrere dell’acqua e desiderose di frescura e panini aumentiamo inconsapevolmente il passo. La pozza è ben nascosta, lontana dai visitatori della domenica. Un grande vasca color smeraldo con una bella cascatella ci attende.
I tentennamenti legati alla temperatura dell’acqua vanno a farsi fottere dopo che il primo tra noi si sollazza sotto la cascata. Bagno, foto di gruppo, ancora bagno e panini, freschi e a pancia piena riprendere la salita che ci porterà fino al Passo della Colla.
PRESTO CHE E’ TARDI
Siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia e collettivamente decidiamo di non passare per la località di Fornello ex zona estrattiva della pietra. La stazione, che un tempo era punto di riferimento anche per le case e le fattorie circostanti, fu chiusa nel 1967, e oggi abbandonata.
La strada è ancora lunga, ma lo scrosciare del torrente a cui camminiamo di fianco ci rilassa, attraversiamo foreste di felci alte e fitte, e poi bosco e ancora bosco. All’improvviso e con un balzo, dal bosco arriviamo sulla strada asfaltata e dal silenzio del bosco, ci troviamo davanti motociclette. Il chiacchiericcio dal chiosco ci fa riemergere dal sogno. Siamo quasi arrivate a destinazione manca solo qualche tornante.
AL FOGLIA TONDA
All’ingresso di casa d’Alpe riempiamo nuovamente le borracce ormai vuote e ci rinfreschiamo l’ugola ormai secca con l’acqua che scroscia abbondante dalla fontana. Ci laviamo testa, faccia e braccia, per entrare “lindi” al Foglia tonda.
Ci accoglie un’atmosfera rilassata, banchetti di produttori locali con prelibatezze varie, musica di sottofondo, presentazione fotografica. Si ha subito l’idea di essere giunti in un luogo in mutamento, nuovo e vecchio coesistono, organizzatori e partecipanti di tutte le età condividono e cospirano in uno scenario naturale armonioso. Non solo divertimento, non solo dibattiti e politica ma un connubio di entrambe.
Verso il crepuscolo ci spostiamo in un anfiteatro naturale con le nostre birre in mano dove va in scena lo spettacolo teatrale a cura dell’Ex Opg Je so’ pazzo di Napoli dal titolo “Workers”. Fortunate per averlo visto e con l’amarezza nel cuore ritorniamo ai banchetti per la cena.
Per cena c’è di tutto, agili tra le file dei banchetti, prendiamo formaggi, focacce, arrosticini, pasta e panzanella dolci e vino rosso. Mangiamo tutte insieme seduti sul prato mentre incomincia la musica. Gli animi si scaldano, cala la notte, la temperatura si abbassa.
Alcune vanno a ballare, le più anziane rimangono a bere del vino accompagnate da belle chiacchiere. Con alcune ci salutiamo perché il giorno dopo rientreranno autonomamente a Bologna la mattina presto.
IL FREDDO
Alcune sciocche di noi, confuse dall’afa di Bologna non hanno portato i sacchi a pelo e mai ci fu scelta più errata. Per fortuna i presenti sono generosi e offrono agli sventurati, teli e cartoni ma con stupore al risveglio diranno che ciò che ha fatto la differenza quella notte è stata proprio la coperta termica solidale distribuita sotto i 40 gradi a Bologna che mai e poi mai avrebbero pensato di utilizzare!
SVOLAZZARE INSIEME
La mattina in centinaia intraprendiamo una camminata ad anello che passera’ da Razzuolo (n.d.r. sede originaria del festival).
La passeggiata sarà intervallata da incredibili narrazioni anticlericali musicate e performance di danza.
RIPARTENZA
Cosi’ tra freddure e pungente umorismo ci distacchiamo per dirigerci verso la stazione di Ronta e riprendere il treno che ci riporterà a Bologna.
Non ce la sentiamo però di lasciare il Mugello senza prima aver mangiato un bel piatto di pasta, e nonostante non ci fossero i tortelli mugellani ci facciamo coccolare dalle cucine di un Hotel anni ’90 semivuoto con tagliatelle squisite.
Proprio, quello che ci vuole per sostenere il lungo e caldo viaggio di ritorno in treno, fino a Bologna!
Crespino del Lamone, Foglia Tonda, Passo degli Allocchi, Passo della Colla, Razzuolo, Ronta, Torrente Muccione