Di ritorno da Chiapporato

Alcune apette si trovano già a Stagno dalla notte prima, ha piovuto nel pomeriggio quindi siamo fiduciose: da Monte di Stagno si godrà di un bellissimo panorama, l’aria sarà frizzantina e il cielo terso. 

LA SALITA


L’attacco al sentiero è in salita ma ben distribuita e senza strappi. Non siamo ancora nel bosco e a margine del sentiero sono presenti i classici arbusti (rovi, ginestra, rosa canina etc..) a sondare la possibilità di riconquistare la strada principale per ri-donarla a madre natura. 
Abbandoniamo il sentiero CAI 155 e ci teniamo sulla sinistra, passiamo da alcuni casolari abbandonati in località Capravecchia e proseguendo sempre sul sentiero CAI 009 raggiungiamo il bivio con il sentiero CAI 009a. 
A sinistra si scende verso Bargi, da dove spunta tra gli alberi un campanile di una chiesetta, e il lago. Noi dobbiamo proseguire dritto sul sentiero chiamato dei due laghi, che unisce in un bellissimo giro il bacino del Brasimone con quello di Suviana. Prima di entrare in una favolosa abetaia ci ricompattiamo.

Ora siamo ufficialmente nel bosco, carichi e contenti per il fresco e per la maestria con cui i piccoli aghi disegnano ombre cinesi sul terreno. L’entusiasmo di Emilio, piccola apetta di 4 anni, contagia tutte.
Dopo un paio di chilometri l’abetaia si fa mista a faggeta. Tra abeti bianchi, faggi e un profumato sottobosco arriviamo al refettorio abbandonato di Luogo Umano. Viola, ape di sei anni, vorrebbe tanto incontrare un’antilope ma si dovrà accontentare di alcune tracce lasciate da un capriolo nel fango, da un lupo nel sentiero e dal passaggio di una velocissima arvicola. Solo non si vedono i 2.. corni dell’antilope.

PANINOOOOO


Lasciamo il sentiero dei due laghi e prendiamo la deviazione verso Monte di Stagno (1214), affrontando l’ultimo tratto di vera salita. Dalla piattaforma rocciosa del monte godiamo di un panorama favoloso, che si apre su buona parte del crinale appenninico emiliano, dal monte Gennaio al Cimone, con gli ultimi sprazzi di neve sulle cime. I più piccoli raccolgono un mazzo di ranuncoli e scopriamo che la ginestra dei carbonai odora di banana, la ribattezziamo ginestrabanana.

Pausa panino, per la gioia in primis di Emilio, ma anche degli altri.
Alcune api decidono di accorciare il giro e di tornare a Stagno seguendo il CAI 155 che con una bella discesa tra abetaia e mulattiera le porterà a concludere l’anello del Monte di Stagno.

Noi proseguiamo lungo il crinale in direzione sud, verso la Toscana. Passiamo Monte Calvi (1283) e seguendo il crinale tra pini, il panorama si apre sulla valle di Chiapporato. Proseguiamo verso la successiva cima della Croce di Geppe, da dove iniziamo una lunga discesa che mette a dura prova le nostre ginocchia e la voglia di correre e lasciarsi andare dell’apetta più piccola. Sosta obbligatoria al prato “pratoso” che circonda il rifugio e bivacco Eremo del Viandante.

LA DISCESA


L’arrivo al borgo di Chiapporato è anticipato da un castagneto bellissimo e da numerosi alberi da frutto. 
Il verde, con il passare del tempo, è entrato nelle case di pietra, alcune abbandonate da molto, altre da meno. L’ultima casa è stata lasciata nel 2017 e per alcune di noi trovarsi in luoghi recentemente vissuti e abbandonati per necessità suscita un senso di tristezza e malinconia.
Silenziose riempiamo le borracce con acqua fresca e proseguiamo lungo la carrabile che ci porterà a Stagno.

Emilio nell’ultimo tratto non crederà più alla frase: “siamo quasi arrivati, le auto sono lì dietro alla curva”. Segno tangibile che camminare fa crescere.


La birretta è d’obbligo, scendiamo quindi al chiosco sul lago di Suviana (non quella che ospitò Salvini) per crescentine, tigelle e Moretti.


L’aria frizzantina della mattina torna a farsi sentire, partono i primi brividini di freddo, è ora di tornare a Bologna.

Bbbbbzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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