Dalla vetta del Legnone
Uno sguardo a 360° sulla regione lariana e sulle montagne che la circondano. Da Bellagio al Lago di Novate Mezzola, dal Lago di Lugano oltreconfine al fiume Adda che taglia e plasma la Valtellina. È il panorama mozzafiato che la banda apeina si è trovata di fronte agli occhi domenica mattina sulla sommità del Legnone, la cima più alta delle Orobie occidentali con i suoi 2609 metri.
Punto di partenza per tutti i 1450 metri del rifugio dei Roccoli di Lorla, dove gli apeini milanesi si sono dati appuntamento. Chi partito dal Piano Terra, chi da Chiavenna, chi tirato su lungo la strada, chi fresco e riposato dopo aver passato in montagna la notte, la banda apeina si è fatta trovare pronta alla ripresa delle gite dopo la pausa estiva. Caffè d’obbligo, quattro chiacchiere sulle ferie, qualche nostalgia di mari e spiagge calde e poi via!
Una ventina di apeini si è messa in marcia, incurante dei rigori del clima che, come scritto e ribadito nella canonica mail di conferma della gita, si presentava al di sotto delle temperature a cui il caldo estivo e la calura metropolitana ci aveva abituati.
L’attimo di esitazione, l’ovvia domanda “ma perché non scendiamo a prendere il sole?”, però, sono durati giusto un secondo: la vetta del Legnone era lì a aspettarci. Una di quelle salite non banali ma ben conosciute e capaci di regalare emozioni lungo il tragitto. Come i bellissimi animali che, superati gli alberi, hanno fatto capolino al fianco del sentiero ormai ben soleggiato. Caprioli? Stambecchi? Le domande, i volti incuriositi, gli sguardi stregati hanno conquistato tutto il gruppo. Per fortuna alla retroguardia c’era Tino: “avanti che la strada è ancora lunga” non si è stancato di ripetere anche ai più recalcitranti.
Dal bivacco Cà de Legn, tappa obbligata per chi parte dal rifugio ai Roccoli di Lorla, infatti, il cammino non è certo finito. E anzi si fa più difficile. Da lì in avanti il sentiero diventa più stretto e più ripido: in alcuni, brevi, tratti a accompagnare e a dare una mano a chi sale ci sono pure le catene. Chi più agevolmente, chi con qualche tentennamento, anche l’ultimo tratto roccioso, quello più insidioso, è stato superato da tutta la banda. A attenderci una vista eccezionale in grado di appagare sia i più navigati sia i neofiti del Legnone. L’emozione è stata la stessa per tutti: far viaggiare lo sguardo da nord a sud, da est a ovest, superare ogni confine e, soprattutto, trovarsi di nuovo insieme sulla prima cima di una nuova stagione di Ape Milano.
Mangiato qualcosa, la banda è ripartita: la discesa presenta qualche difficoltà in più ma le lingue e le gambe non si sono fermate. Al bivacco ci si è ricompattati per l’ultimo tratto. Ormai era solo questione di tempo: un paio di orette e il rifugio ai Roccoli di Lorla ha accolto di nuovo gli apeini dopo la salita al Legnone. Abbracciati dal sole, era l’ora di qualche birra rigenerante con la torta alle castagne andata a ruba e la mente già proiettata alla prossima gita. L’attesa due giorni in Val Grande dell’11 e del 12 settembre.
Alessandro, APE Milano