Bormio 9 febbraio 2025 no olimpiadi

Fake snow, real profit! Cronaca di una giornata in cammino a Bormio, sui luoghi delle Olimpiadi 2026 – La montagna non si arrende!

Milano-Cortina: affari e rovina

il vostro depistaggio: piste da pattinaggio

Questo è uno dei diversi cori composti collettivamente dalla cinquantina di attivist3 che hanno risposto all’appello di APE Milano e Comitato Insostenibili Olimpiadi, lungo il viaggio in pullman da Milano fino a Bormio, attraversando la Valtellina nelle prime ore di domenica 9 febbraio, in occasione della mobilitazione nazionale diffusaLa Montagna non si arrende!”. Il riferimento è alla pista di pattinaggio parcheggiata in mezzo a piazza Duomo, uno dei diversi interventi utili per alimentare l’immaginario olimpico dei giochi “invernali”. Le virgolette sono volute, perché pretendere di pattinare sul ghiaccio nella pianura padana, in questi inverni, suona tanto artificiale quanto delle piste da sci sempre più circondate da paesaggi da lungo autunno.

Eppure, come nelle manifestazioni precedenti promosse dal Comitato Insostenibili Olimpiadi nei mesi scorsi, il meteo non è stato clemente: la neve è caduta incessante per tutta la mattina. Forse per le olimpiadi invernali dovrebbero invitarci come ospiti d’onore, dato che abbiamo portato la neve dove ha scarseggiato per tutto l’inverno. Bormio, infatti, nonostante sia località sciistica, ha visto la neve naturale solo all’inizio del 2025. A dicembre 2024, per le gare di discesa Super G di Coppa del mondo, la neve è stata prodotta artificialmente a Santa Caterina Valfurva e portata sulla pista dello Stelvio con dei camion.

La questura ha vietato cortei e cori in paese, ma questo non ci ha scoraggiato: il corteo si è trasformato in un corteo-escursione. Al contrario del meteo e delle autorità locali, l’accoglienza dei comitati e delle associazioni valtellinesi è stata calorosa. Sotto la loro guida la passeggiata si è snodata dal centro del paese tra vie pittoresche, sentieri innevati, edifici storici e il fiume termale

Photo by Studio Figure

Un grido si alza dalla Valtellina, per noi queste montagne non sono una vetrina… questo è uno dei cori che ha scandito la manifestazione, urlato con gioia e con rabbia, mentre la neve cadeva incessante, insieme a giocose palle di neve. Neve fresca e naturale, s’intende.

Insomma, non vogliamo piste ed impianti, ma lo sport per tutte quanti. La discordanza di genere è chiaramente voluta, dato che proprio olimpiadi e sport sono uno dei più potenti dispositivi di imposizione di un binarismo sessuale artificiale quanto la neve sparata dalle migliaia di cannoni che punteggiano i comprensori sciistici alpini.

Alcun* abitant* della valle ci hanno mostrato come il territorio non abbia bisogno di interventi per essere valorizzato. Al contrario, quelli previsti per le olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 ne mineranno la bellezza, aumentando la turistificazione selvaggia e la cementificazione delle terre alte con nuovi impianti di risalita (mentre ne sono ormai chiusi a decine tra Alpi e Appennini), nuovi impianti per l’innevamento artificiale che sottrarranno altre centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua alle falde e al sistema fluviale, nuovi progetti di strade e infrastrutture già pronte a divorare suolo e risorse pubbliche. 

Photo by Studio Figure

Gli interventi degli abitanti della valle ci hanno raccontato di spopolamento giovanile e chiusura delle piccole attività economiche, della linea ferroviaria bloccata da mesi per lavori e il conseguente congestionamento del traffico su gomma, di un sistema sanitario e dei servizi fatto a pezzi, di un turismo sciistico sempre più costoso ed elitario, di affitti insostenibili, insostenibili quanto il carico di lavoro che nel 2026 travolgerà l* lavorator* del sistema ricettivo, di fronte a redditi da fame e ampio ricorso a manodopera gratuita sotto il nome di “volontariato”. Al termine dell’escursione siamo arrivat* ad un punto panoramico sulla piana dell’Alute, una pittoresca distesa naturale che accoglie chi viene dalla valle, ora minacciata da una colata d’asfalto per costruire un’infrastruttura superflua.

Photo by Studio Figure

Quando nel pomeriggio la passeggiata si è trasformata in presidio dinamico nel centro della città, eravamo comunque un centinaio. La manifestazione si è conclusa al cantiere dello “Sky Stadium di Bormio”, un orrendo catafalco di cemento ai piedi della pista dello Stelvio.  

L’impressione è che tra le persone locali a combattere siano in poche, e frammentate, ma chi c’era ci ha ringraziato e ha dimostrato di non volersi tirare indietro di fronte a questa lotta che pare impari. Dalla città alla montagna, si è insomma riuscit* a creare un inedito momento di discontinuità in una stagione turistica che persevera nel suo cieco sviluppo, non curante delle trasformazioni che stanno travolgendo la valle. 

Le olimpiadi ci fan cagare

Servono solo a gentrificare

Distruggono tutto, anche i quartieri

Ma noi non siamo mica nati ieri

Siamo del CIO, ci organizziamo

I territori noi li difendiamo

I vostri giochi non li paghiamo

Li facciamo gratis e ci divertiamo

Ecco una fotogallery della giornata

ape milano, bormio, la montagna non si arrende, olimpiadi invernali milano cortina, pista stelvio


APE MI

..il network nazionale

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

Sito autoprodotto con CMS WP e tema Yootheme - Privacy policy