Chi minaccia la Val di Mello?
Negli ultimi giorni è salito alla ribalta delle cronache un attacco alla Riserva Naturale della Val di Mello, anche per via di una petizione che ti invitiamo a firmare.
Ma cosa sta succedendo in realtà? Qual è la minaccia? Chi la sta portando avanti? Se sei interessato o ti è venuta curiosità di capire, di seguito proviamo a mettere ordine data l’assenza di documenti ufficiali.
Partendo dal documento che spiega le motivazioni che agitano la protesta.
AGGIORNAMENTO: la consigliere regionale lombardo Simona Pedrazzi si è mossa per coinvolgere tutti i soggetti interessati intorno a un tavolo che dovrebbe tenersi lunedì 25 marzo. Nel frattempo si parla già di ridimensionamento del progetto anche se i valori e le definizioni in gioco sono pur sempre quelle indicate dalla prima ora.
Intanto anche Mountain Wilderness ha espresso un parere e nel documento di approfondimento lega l’intervento alla presidenza Eusalp della Regione Lombardia, come si può leggere qui.
“La Regione Lombardia – si legge – ha assunto la Presidenza della Strategia macroregionale per la Regione alpina con la conferenza di lancio del 28.2.2019 a Milano. La strategia macroregionale alpina è una piattaforma di cooperazione fra 7 paesi (Francia, Svizzera, Italia, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia e le loro 48 regioni comprese nell’area alpina) volta a cooperare nella spesa di fondi europei per realizzare progetti di carattere “macroregionale” che non possono essere attuati dai singoli stati in maniera isolata. Il progetto in questione non ha nulla di macro-regionale. È un progetto di carattere locale, il cui finanziamento è, infatti, interamente a carico della Regione Lombardia. Nessun fondo europeo contribuirebbe a questi progetto. È evidente quindi che il riferimento alla Strategia alpina sia puramente strumentale, volto a fare “passare” un progetto di per sé controverso, per via del suo impatto ambientale e della sua inutilità di fatto (dato che i percorsi per disabili esistono già).”
A dimostrazione della delicatezza dell’argomento, nel dibattito è intervenuta anche Lehda, la Lega per i diritti di persone con disabilità, condannando in modo esplicito il linguaggio utilizzato dal Comitato per la tutela della Val di Mello nella petizione. In particolare per aver usato “parole che contrappongono in maniera strumentale la tutela dell’ambiente al diritto delle persone con disabilità di godere di una delle valli più belle del territorio regionale”.
Ape Milano ha organizzato un confronto per mercoledì 20 marzo, dalle 20,30, nel giardino condiviso di Isola Pepe Verde, in via Guglielmo Pepe 10 a Milano. Qui trovi l’evento facebook .
LA VAL DI MELLO
Riserva naturale dal 2009, alla Val di Mello si accede tramite la Val Masino, che è una valle laterale della Valtellina. È situata nella vicinanze di Morbegno, in provincia di Sondrio. Considerata internazionalmente paradiso del bouldering e dell’arrampicata, per via dei sassi e delle falesie imponenti dai nomi affascinanti come il Precipizio degli asteroidi, è sede del Melloblocco. Sono presenti diversi rifugi nella valle, tappe del rinomato Sentiero Roma.
IL FATTO
Nel mese di febbraio, Jacopo Merizzi, storica guida alpina della valle, ha lanciato l’allarme su un possibile intervento di ERSAF, l’ente gestore delle montagne lombarde, dal costo di 400.000 euro per “sistemare” un sentiero sulla sponda sinistra orografica e renderlo adatto al passaggio di joelette per il trasporto di disabili, lungo un anello di tre chilometri.
Considerato che il sentiero interessato dall’intervento si perde continuamente fra le rocce e il torrente e chi lo percorre spesso non trova la traccia sperimentando il piacere di indovinarlo attraverso gli elementi naturali, viene facile pensare che la realizzazione di una via carrabile comporti interventi invasivi e di trasformazione di quell’ambito naturale che andrebbe tutelato. Cosa sarebbe altrimenti una riserva naturale?
Sulla sponda opposta tra l’altro, distante solo qualche decina di metri, passa già una strada lastricata, dove transitano i mezzi motorizzati di chi abita o lavora nella valle.
L’ALLARME
Intuendo la minaccia rappresentata dall’intervento proposto e in assenza di documenti ufficiali, Jacopo Merizzi, e con lui il gruppo delle Guide alpine della Val di Mello, ha squarciato il velo del silenzio perché si aprisse il dibattito su una questione vitale per l’intera valle, ma non solo, considerato che si tratterebbe di un progetto pilota.
Le parole di Merizzi, intervistato da Climbingradio
LA POSIZIONE DI ERSAF
Nella continua assenza di documenti ufficiali, Antonio tagliaferri responsabile ERSAf della provincia di Sondrio parla di un progetto già definito, di risorse già stanziate e di un intervento praticamente pronto a iniziare per il mese di maggio. Il tutto ammaliato dall’abbattimento delle barriere naturali per l’accesso ai disabili. Nell’intervista, rilasciata sempre a Climbingradio, sostiene che il progetto sia stato condiviso da associazioni di disabili e anche dalle stesse Guide alpine della Val di Mello. Sì, proprio quelle che oggi stanno sollevando il problema. Qualcosa non torna.
Ascolta Antonio Tagliaferri
HA SENSO UN PERCORSO PER DISABILI IN UNA VALLE NATURALE?
Secondo Luca Verri, responsabile dei servizi sociali del comune di Sondrio, “se l’abbattimento delle barriere fisiche è una necessità e un diritto nei luoghi della vita quotidiana, l’applicazione di questo principio all’infinito e indistintamente produce effetti distorsivi e aberranti… penso che una pista attrezzata per disabili in un’oasi naturale protetta è un’aberrazione”. Leggi l’intervento di Luca Verri
Climbingradio, che sta dando grande risalto alla discussione, ha chiesto un parere anche Eleonora Del Nevo, alpinista disabile.
Ascolta le parole di Eleonora Del Nevo
REAZIONI
Dopo aver inizialmente celebrato acriticamente l’intervento, il Corriere della Sera, che non è una voce autorevole in ambito di montagna ma ha vasta eco popolare, si è accorto che non era tutto così bello come sembrava e ha in parte recuperato raccontando che alla petizione ha aderito anche lo scrittore Mauro Corona.
Il mondo della montagna si sta mobilitando e la petizione e stata firmata da migliaia di persone in poche ore, a testimonianza dell’interesse sull’argomento. E tu, firmi?
Resta aggiornato seguendo la vicenda sulla pagina delle Guide Alpine della Val di Mello
ps: nel 2013 il regista Andrea Frigerio ha raccontato nel film Patabang la nascita dell’arrampicata libera nella Val di Mello.