Campeggio APEino 2025

Come ogni anno, il terzo weekend di giugno, l’alveare apeino si ritrova in un campeggio dove riconnettere i legami frastagliati di uno sciame diffuso ormai lungo tutto lo stivale e scambiare appunti, risate, emozioni, inquietudini, progetti.

E se, dall’alto delle montagne che sentiamo sorelle, compagne, il tempo sembra immobile nel succedersi di colori, stagioni e cicli naturali, sappiamo bene che niente qui è davvero fermo e le novità sono tante, belle e meno belle, ansiose di lasciarsi commentare e raccontare, di dare spazio alla rabbia e al conflitto in nuove forme e ispirazioni, sempre mutevoli, come le sagome di boschi e praterie.

Montagne mobili, come l’umanità che le attraversa; migranti, come chi cerca nuovi spazi per continuare a esistere; precarie, sotto i colpi di vecchie e nuove forme di estrattivismo; resistenti, come chi non si rassegna a un destino di sopraffazione ed assenza di cura; silenti, tagliate fuori dai discorsi e dalle retoriche, dalle logiche di mercato e dai paradigmi della produttività e della performance.

Le sezioni dell’alveare crescono e si distribuiscono lungo gli Appennini, in un paese che spesso si ricorda delle proprie montagne solo quando queste possono essere valorizzatee generare profitto; quando sono belle da fotografare, ma mai quando nascondono sfruttamento, disastri, abbandoni, sprechi e fallimenti di un sistema di accumulazione energivoro e olocratico, che prima le spolpa e poi scarta via; quando sono alte, competitive e ricoperte di neve, dimenticando che ormai, nell’80% di esse, la neve non c’è più e forse non tornerà mai.

Come nei Monti Picentini. Due impianti sciistici arrugginiti, dismessi, ormai a secco (Terminio e Laceno), ma si parla ancora di riattivazione. Picentini dove? Forse Piacentini? Così ci bacchetta il correttore automatico.

No no. Dagli antichi Piceni, qui deportati dai romani, prende il nome una catena montuosa che è anche il secondo acquifero più importante d’Italia ed il terzo d’Europa. Da qui bevono Napoli, Bari, l’intera Puglia e oltre metà della Campania, tre milioni di abitanti, buona parte del Mezzogiorno. 9.000 litri al secondo che adesso sono meno di 5.000, sotto il peso del cambiamento climatico, della crescita urbana e delle inefficienze gestionali. Non certo a causa dei tanti paesi spopolati, dove si nasce (in pochi) sapendo già di dover partire (in tanti) per mancanza di opportunità, che fronteggiano disservizi e sospensioni della fornitura idrica perché, da qualche altra parte, c’è chi non deve rimanere senz’acqua. Come l’ILVA di Taranto con i suoi veleni, come il Centro Oli di Viggiano, come il Tecnoparco e l’industria conciaria, gli allevamenti e l’agricoltura intensiva, come i luoghi del turismo di massa e d’élite, diversamente insostenibili, che salgono di quota per generare indotti economici, sancire nuovi privilegi e riprodurre antiche disuguaglianze. La disastrosa gestione, la distribuzione ineguale e lo spettro delle nuove privatizzazioni che popolano il futuro di questo bene comune primario saranno al centro delle nostre riflessioni.

In queste “montagne di mezzo di cui non si conosce il nome e di cui si ricorda a fatica la storia, vogliamo ritrovarci, e da qui ripartire per nuove consapevolezze e nuove complicità, accomunate dall’instancabile desiderio di contro-narrare e condividere il cammino, al passo del più lento, per osservare orizzonti lontani, sempre più in alto, per una nuova umanità.

  • Quando
    Dal 13 al 15 giugno, con possibilità di arrivare giovedì 12
  • Dove
    Rifugio Candraloni, piano di Verteglia – Montella (AV), gestito da Ama – Next Generation
  • Cosa faremo?
    Escursioni, dibattiti, storie di montagna, assemblee aperte, laboratori e convivialità
  • Cene e panini
    A cura dell’Osteria Pirata
  • Come iscriversi?
    Soci* attive di ciascuna sezione si stanno organizzando per permettere ad altre persone interessate ad aprire sezioni o particolarmente motivate a raggiungere l’appuntamento. Per qualunque necessità contatte zonaorientaletrekking@gmail.com
  • Sezione ospitante
    APE Salerno, con il supporto di tutto l’alveare
  • Contatti
    IG: APE Salerno
    Fb: APE Salerno – Zona Orientale Trekking 
    email: zonaorientaletrekking@gmail.com

PROGRAMMA Campeggio APEino 2025

VEN 13
9:00 Escursione plenaria (spostamento in auto-pranzo al sacco): Ripe della Falconara, impianti sciistici abbandonati del Terminio, Campolaspierto (1 APE)
12:30 Prima assemblea itinerante: L’alveare apeino nelle montagne del Sud
14:00 Laboratorio alle Ripe della Falconara: disegno naturalistico con il collettivo ZEROriunioni-RiffRaff Salerno – ritorno in auto al rifugio
16:00 Escursione: Anello delle sorgenti dell’alto Calore (1 APE). Passeggiata scientifica con il geologo Carmine Di Nolfi
18:00 Dibattito a Piano Acquenere: Dopo “La Montagna non si arrende”. Crisi idrica, giustizia climatica e resistenze dai territori. L’Alveare dialoga con: Balia dal Collare – NO TSM2, Ama Next Generation, attivist* locali.
20:00 Cena inclusiva con l’Osteria Pirata
21:30 Quattro passi in notturna: Rifugio Candraloni – Altopiano di Verteglia.
Lettura di estratti dalla biografia apeina di Marta Pascucci

SAB 14
8:30 – 9:30 – 10:00 Escursioni (pranzo al sacco)
1) Monte Terminio da Verteglia per la cengia alta del Carpino (4 API)
2) Monte Terminio da Verteglia per la via normale (3 API)
3) Acqua della Madonna – Piano La Foa – (Sassetano) – Verteglia (1/2 API)
18:00 Dibattito al rifugio: “DDL Caccia: il governo all’assalto della natura”
19:00 APE libri: “Liberamente tra i monti”; “Una montagna di domande”.
Incontro con Savino Monterisi, autore di “Infinito Restare” (2022, Radici)
20:00 Cena inclusiva con l’Osteria Pirata
22:00 Musica e balli in alta quota: Cumbia del Monte dj set / open consolle

DOM 15
9:00 Reset camping
10:30 L’Alveare si riunisce ai Piani di Verteglia: Progetti e restituzioni dalle sezioni
12:30 Pranzo al sacco e chiusura campeggio


APE MI

..il network nazionale

Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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