Camminata partigiana all’Alpe Sacchi
L’organizzazione della gita è quella tipica e, dopo il solito ritrovo a Piano Terra, si parte alla volta di Camasco, punto di partenza dell’escursione. All’ingresso del paese però, ci accoglie una vista insolita: la scritta “Mussolini ha sempre ragione” sulla facciata di una casa. Vien quasi da chiederci se siamo nel posto giusto. Oggi infatti ci uniremo agli amici di ANPI Varallo e Alta Valsesia per ricordare i partigiani e le persone che si sono opposte al fascismo in queste valli.
Dopo una confusa e sparpagliata pausa caffè, ci ricompattiamo per sentire l’introduzione alla giornata e scoprire che quella poco amabile scritta è stata lasciata proprio dai fascisti quando punirono il paese per il sostegno dato ai partigiani locali. Potrebbe essere un bel progetto per il futuro aggiungerci una targa che ne racconti la storia… Ma abbiamo poco tempo per riflettere perché i nostri ospiti sono partiti e ci accodiamo rapidamente per iniziare la nostra camminata, nonostante le nuvole vagamente minacciose. Nonostante i rallentamenti dati dal percorso scivoloso e dal guado di un torrente, la carovana è ora a regime e iniziamo a salire. Ci concediamo un momento di pausa solo per raccontare la storia di questi sentieri, opponendoci stoici alle zanzare e spartendoci il repellente.
Il cammino è sempre un buon momento per chiacchierare e condividere esperienze, e possiamo anche rincontrare alcuni che già avevamo conosciuto ad aprile in contesti simili, alla Malga Lunga. Raggiunto il passo tanto caro a quei partigiani, ascoltiamo il racconto delle loro imprese e, tristemente, della fine di alcuni di loro. Non può che fare male conoscere la storia di chi, esposto nella neve, dopo dure lotte viene ucciso dal regime. È importante ricordare e portare avanti la Memoria, ed è bello vedere questa uscita così partecipata.
Bastano pochi passi per raggiungere la prima meta. Mentre si svolge la messa in ricordo dei caduti, abbiamo modo di recuperare le forze dopo la salita; si intravede tra le nuvole uno scorcio di lago in lontananza, e qualche capretta viene a farci compagnia. Dopo un breve discorso, salutiamo i nostri compagni e proseguiamo la nostra escursione da soli, per chiudere un più ampio giro ad anello.
Ci siamo fermati a lungo, quindi partiamo a razzo percorrendo rapidamente il primo tratto di sentiero. Le nubi sono infatti sempre più allarmanti e sentiamo che il tempo che ci concedono diventa sempre più breve. Arrivati infine a uno spiazzo libero dagli alberi, decidiamo di pranzare, con una vista privilegiata sulle cime e le valli attorno a noi. Siamo stati fortunati e abbiamo trovato panche e tavoli dove condividere cibo e vino e avere un momento di convivialità.
Mentre discutiamo se proseguire o meno verso la vetta programmata, il tempo sceglie per noi e inizia a piovere. Indossati gli impermeabili, imbocchiamo una strada asfaltata per scendere velocemente al paese. Forse un po’ meno suggestiva di un sentiero, ma sicuramente più pratica in queste condizioni. Per concludere la gita, ci fermiamo al bar del paese, accompagnati dall’inaspettata banda degli alpini che ne ha occupato la sala principale.
Giacomo R per APE Milano
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