Autore: APE BO

L’ultima uscita, da gialli, sul Monte Rondinaio

Il venerdì pomeriggio i telefoni iniziano a squillare, gran traffico di sms: “domenica saremo zona arancione, non potremo più uscire dal comune di Bologna, la gita di domani sarà l’ultima!” e tra disperazione e gioia per aver azzeccato il giorno giusto della camminata, ci diamo appuntamento per sabato mattina, puntuali, alle 8 al solito parcheggio.

Da qui partiamo in 10, le altre 4 api arriveranno dalle loro case nell’appennino, chi bolognese, chi modenese e chi reggiano.
Oltre ad essere l’ultimo giorno disponibile per camminare al di fuori del Comune di Bologna, è anche l’ultimo giorno di apertura dei bar. Ci premuniamo di birrette da lasciare nel baule, per brindare alla fine della camminata, la prudenza non è mai troppa!
Il gruppo è al completo e dopo aver lasciato le macchine al parcheggio del Lago Santo Modenese (1501m), prendiamo il sentiero CAI 523 in mezzo alla faggeta e fino al Lago Baccio, di origine glaciale (1550), dove decidiamo di fare la foto di gruppo anche se appena partiti! Incontriamo qualche problema tecnico ma alla fine un paio di scatti riusciranno bene (non propriamente un’autoscatto)!

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Di ritorno dai Prati di Sara

L’appuntamento è alle 8 al parcheggio di via Gobetti e la puntualità è impressionante, si percepisce la necessità di scappare dalla città e di andare a fare quella che, forse, sarà l’ultima camminata dell’anno.

Raggiungiamo in un paio d’ore il borgo di Casalino e ci stupiamo della quantità di auto presenti, l’estate di san martino con le sue temperature miti ha evidentemente portato molti ad uscire in questa calda e soleggiata domenica! Incrociamo facce conosciute e anche un gruppetto che, prendendo il percorso dalla parte opposta alla nostra, deciderà di salire fin su in cima al Monte Cusna (ci saluteremo poi ad orario di pranzo, loro in vetta sopra le nostre teste, noi svaccati sul pratone).

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Immagine della facciata della casa di Luigi Fontana

Luigi Fontana se n’e’ andato. Ora tocca a noi averne cura.

Incontrare Luigi Fontana non era solo incontrare un uomo avanti con l’età e dall’accoglienza di altri tempi.

Incontrare Luigi Fontana voleva dire avere la fortuna di entrare in contatto con 40 anni di intreccio di testimonianza e memoria non solo della guerra e delle sue stragi, non solo della resistenza che fu e della sua narrazione,ma incontrare la concretezza per cui la memoria si pratica attraverso gesti quotidiani e presenze concrete.

La storia vive attraverso di noi e la resistenza non è un testimone che ci giunge dal passato raccontando una storia o la sua interpretazione. La resistenza si fa ogni giorno e vive dentro e attraverso di noi. Anche nel modo in cui raccontiamo la storia, o rendiamo la storia qualcosa di vivo nel presente. 

antifascismo, luigi fontana, memoria, monte sole, resistenza

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Sempre più in alto
per una nuova umanità!

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