Nella mattinata del 06/12 è apparsa sul sito di un noto quotidiano online della provincia la notizia che “sindaci, allevatori e cittadini” delle valli bergamasche hanno scritto una lettera al Prefetto manifestando le proprie paure e preoccupazioni riguardo la ricomparsa del lupo sulle Orobie.
“Quale montagna vuoi?” Hanno provato a dare una risposta a questa domanda complessa, ma soprattutto a stimolare un dibattito e delle riflessioni, i relatori dell’incontro di giovedì 28 novembre tenutosi a Clusone, organizzato da Terre Alt(r)e e Orobie Vive. Un incontro partecipato, con più di 250 persone in sala al centro del quale c’è il progetto di nuovi impianti di risalita e collegamento tra Colere e Lizzola, Val Seriana.
Ci abbiamo messo un po’ a scrivere questo racconto perché nella nostra sezione ognuno ha fatto un pezzetto per realizzare il campeggio 2024 e rimettere insieme tutto non è stato semplice.
Tutto è partito dallo slancio delle e dei più freschi al campeggio del 2023, qualcuno per raccontare quel momento scrive: “ricordiamo distintamente il momento in cui abbiamo deciso di proporci per ospitare il campeggio nazionale A.P.E. a Bergamo. È stata una decisione presa con il cuore, senza troppe riflessioni, ma con la voglia di accogliere l’alveare con gesti e cura, per dimostrare ciò che noi bergafemmine e bergamaschi spesso non riusciamo a esprimere a parole”. Da un lato c’era il team “adoss campeggio A.P.E. a Bergamo”, dall’altra il team “ma chi ce lo fa fare, è pazzia!”.
Sono un po’ latitante, porta pazienza
Così dopo il nostro stesso stupore, in autunno ‘23 abbiamo iniziato a cercare delle strutture che potessero essere abbastanza spaziose, con i giusti servizi, in una location che permettesse di proporre gite adatte a tutte le gambe e che, certamente, rispecchiasse, i nostri valori. È stato un bel vagare per tutta la provincia, rovistando nel web, scomodando le rubriche di parenti più o meno prossimi e “portando molta pazienza”.
Questa citazione :“Scusa il disturbo, sono il Don sono un po’ latitante, porta pazienza…” è diventato il tormentone dell’inverno, perché di pazienza ce ne vuole tanta quando sei alla ricerca del posto perfetto per l’incontro d’estate. Da problema la ricerca è diventata risorsa, ci ha fatto riflettere sui valori apeini e sui nostri desideri: prendere un posto molto comodo, con tante gite a disposizione, con tanto spazio per le tende, ma di proprietà della curia; o prendere un posto un po’ più scomodo, con gite più classiche, meno spazio a disposizione ma che sia di una persona locale e supporti l’economia del sistema nel quale avremmo vissuto per 4 giorni?
Ospitare il campeggio è stato molto stimolante per la nostra sezione, ha dato vita a una serie di contrasti, domande e pensieri su come viviamo la montagna, su come ci approcciamo a dei territori così fragili. È da queste riflessioni che è nata la volontà di proporre un momento di condivisione e riflessione collettivo, delle chiacchiere, informali, che hanno dato nuova linfa alla missione apeina. Abbiamo capito che prima di tutto vogliamo conoscere e rispettare la montagna, sia gli aspetti ambientali che quelli sociali, spogliandoci dallo sguardo colonialista che possono avere dei cittadini che si avventurano per le terre alte e provano a mettere il naso in un contesto molto differente dal loro quotidiano.
L’arrivo delle sezioni è stato graduale, lo sciame ha iniziato a radunarsi il giovedì ed è stato bello vedere chi si conosce da anni ritrovarsi in un abbraccio e chi, timidamente, spuntava dal sentiero e prima ancora di presentarsi si stupiva della bellezza della Baita Salvasecca che ci ha ospitato. Giovedì sera il piccolo gruppo arrivato a Valbondione ha trascorso la serata tra briscole, chiacchiere e buon vino. La giornata si è conclusa con l’arrivo delle API appulo-lucane, spuntate nella notte come lucciole dal bosco, un po’ stanche dal lungo viaggio, ma con un gran sorriso in volto.
Purtroppo la paura più grande del campeggiatore non ci ha risparmiato: il meteo non è stato dalla nostra parte. Le gite del venerdì (Val Sedornia e Lago Spigorel) sono state inumidite da una spruzzata di pioggia. Mentre le escursioni del sabato sono state riviste (Rifugio Coca con due itinerari differenti). Tutto è cominciato con la sveglia all’alba, alle 5.00 le prime moke hanno iniziato a gorgogliare in cucina e si è iniziato a prepararsi per la gita 3 API, ma le nuvole basse non promettevano nulla di buono, si è deciso quindi di aspettare. Il maltempo non ha dato tregua e anche la gita 2 API è sfumata. Quando tutto lo sciame ormai era sveglio, riunito nel salone verso le 8.30 – 9.00, è stata presa la decisione di fare una camminata che fosse fattibile anche sotto la pioggia incessante. Scarponi ai piedi e impermeabile in testa, il gruppo è partito alla volta di Maslana intonando “Vieni, vieni, vieni, vieni, bella, bella, bella mora, vieni a Maslana con me!”
Rimane un po’ di amaro in bocca, ma abbiamo avuto la conferma che la montagna non è lì per noi e non ne siamo i padroni. Ci è sembrato quasi che le Orobie e la loro severità non volessero mostrarsi a così tanti forestieri, almeno non questa volta.
Sabato pomeriggio ci ha raggiunti anche il C.I.O. Comitato Insostenibili Olimpiadi, che ha permesso a tutte le sezioni di conoscere il caro prezzo che i nostri territori e le nostre comunità stanno pagando per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.
Sabato sera, dopo una deliziosa cena – un ringraziamento speciale va alla brigata della cucina che ha soddisfatto tutte le aspettative – i La.P.I.S., Laboratorio popolare ì Sifulére, ci hanno raggiunto per un momento di canto popolare.
Domenica mattina, giocando con le nuvole, il sole ha deciso di farci visita illuminando i sentieri sopra Valbondione. Mentre il profumo di caffè saliva dalle scale e si espandeva in tutta Salvasecca alcune API hanno indossato gli scarponi e sono andate ad ammirare la poco distante cascata della Foga e tutto lo sciame si è riunito in un lungo pranzo per godere del sole ritrovato.
L’attesa, gli abbracci sudati, la fiducia nelle campagne e nei compagni e il supporto reciproco hanno caratterizzato questi giorni. Tutto è andato incredibilmente bene, senza frizioni, ma con entusiasmo e responsabilità condivise.
Quando l’alveare si riunisce il ronzio che genera è potente. Un ronzio fatto di voglia di andare in montagna insieme, di condivisione di lotte, di forte affetto, di scambio di pratiche, di balli trash e canzoni popolari.
Quando l’alveare si riunisce sotto il tetto della sezione Bergamasca non possono mancare pioggia, birrette e maionese. Abbiamo buttato il cuore oltre all’ostacolo e gli abbiamo permesso di riempirsi di tanti ricordi e sogni per il futuro.
Grazie come sempre ad A.P.E. per l’energia e la condivisione.
Camminare in un anfiteatro di roccia e neve da togliere il fiato.
Dopo il grande successo della prima gita dell’anno sulla neve, abbiamo replicato un’uscita in uno dei contesti di montagna invernale più suggestivi delle valli bergamasche.
Per la nostra seconda uscita dell’anno abbiamo pensato ad una camminata alla portata di tutti, in alta Val di Scalve, situata all’estremo angolo nord-est della provincia, distante circa 65 chilometri da Bergamo. Essendo la via abbastanza battuta, non sono state necessarie le ciaspole.
Una bellissima gita, grazie a tutte e tutti. La prossima uscita è programmata per l’ 1 marzo al rifugio Gherardi, passo Baciamorti e cima Sodadura.
Prima uscita dell’anno di Ape Bergamo sulla neve, presso il passo San Marco. Situato a 1992 metri s.l.m, è un passo alpino che collega la bergamasca Valle Brembana alla Valtellina. Chiuso al traffico automobilistico nei mesi invernali, si trasforma in una destinazione per scialpinisti, ciaspolatori, apeini e apeine. Durante la camminata è possibile godere di uno splendido panorama su Alpi Retiche, Alpi Orobie e valli circostanti.
Con il nuovo anno siamo tornati a fare quello che più ci piace fare: camminare in compagnia alla scoperta delle valli e delle cime che ci circondano. Sempre con uno spirito non agonistico, ma spinti dalla voglia di creare un circuito di aggregazione e socialità tra le montagne.