Al Passo della Manina tra storie di Resistenza e miniere
Accolti da cespugli di erica fiorita domenica 3 marzo in 60 siamo arrivati al Passo della Manina partendo da Nona di Vilminore di Scalve, posto di magnifici panorami sulle principali vette orobiche e da sempre importante via di comunicazione con l’alta Val Seriana.
Una camminata a passo di racconto , con sosta alle Case rosse dove il 27 settembre 1944 la Brigata Camozzi di Giustizia e libertà del comandante Bepi Lanfranchi attaccò il presidio nazista facendo 30 prigionieri. Una camminata a passo di racconto con Andrea Maj su Resistenza scalvina e sullo sfruttamento e la fatica, fino alla malattia e alla morte, di centinaia di minatori della Manina.
Partendo da Nona (quota 1341 m) si seguono le indicazioni del segnavia n. 408 e si percorre una carrareccia un tempo utilizzata per l’attività estrattiva, che costeggia il versante orografico sinistro della valle del torrente Nembo, salendo con pendenza moderata. Usciti dal bosco, si attraversa una zona aperta e si raggiungono le grandi costruzioni che ospitavano i minatori, in loc. Case Rosse (quota 1637 m).
Seguendo oltre, con un ultimo strappo, si arriva al Passo della Manina (quota 1796 m) e all’omonima chiesetta votiva costruita nel 1949, accompagnati dal magnifico panorama sulla vicina parete nord della Presolana e sulle principali vette orobiche. Il ritorno avviene per lo stesso itinerario della salita.
In località Case Rosse, dove è posta una lapide commemorativa dell’attacco partigiano del Passo della Manina del 27 settembre 1944, Andrea ha ricordato questa azione considerata fra le più coraggiose e strategicamente importanti della resistenza nelle valli bergamasche.Al Passo della Manina storie e testimonianze di lavoro in miniera e sfruttamento, in quello che è stato uno dei principali complessi minerari della Lombardia.